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tor toro Il Genoa cresce alla distanza, il Toro no: Vieira ferma con merito Vanoli

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Il Genoa cresce alla distanza, il Toro no: Vieira ferma con merito Vanoli

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Il confronto tra i due tecnici: come all'andata finisce in parità, ma è una X ben differente per come è maturata
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

La gestione del secondo tempo da parte del Torino di Paolo Vanoli poteva essere migliore. Invece, è uscito un pareggio che non sa né di carne né di pesce, un pareggio che non può lasciare soddisfatta la squadra granata. Va detto che rispetto alla partita d'andata giocata a Marassi sia il Torino di Vanoli che il Genoa di Patrick Vieira hanno fatto indubbi passi in avanti. All'andata fu la partita della paura e praticamente le due squadre si limitarono a non giocare. Ieri sera, sabato 8 febbraio, le cose sono andate diversamente. Il Torino ha svolto un buon primo tempo, sebbene il Grifone si sia dimostrato fin da subito squadra arcigna e ben disposta in campo. Nella ripresa, invece, i granata non sono riusciti a sfruttare l'episodio fortunoso al termine della prima frazione (l'autorete rossoblù) e alla fine, a conti fatti, il Genoa ha meritato il pareggio. Diciamo che se il Torino doveva obbligatoriamente vincere per archiviare la questione salvezza e rilanciarsi per qualche ambizione in più, non ha fatto niente di più del compitino nella ripresa per centrare il successo.

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Le scelte iniziali: un Toro da conoscere ormai a memoria

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Ormai da qualche settimana Vanoli ha le idee piuttosto chiare su chi debba scendere in campo. La sua formazione ideale ormai ha un'ossatura precisa. L'unica variazione sul tema è stato l'inserimento di Walukiewicz nel ruolo di laterale difensivo destro. Per il resto tutto confermato: Coco-Maripan centrali difensivi, Ricci-Tameze in mediana, Adams prima punta. E poi sulla trequarti Lazaro, Karamoh e Vlasic. Laterale difensivo sinistro Sosa. Dunque, si tratta di un Torino che si può quasi recitare a memoria nell'ultimo periodo (a Bologna ci saranno certamente dei cambi in mediana complice la squalifica di Ricci e il problema di Tameze da valutare). Come detto, il primo tempo del Torino non è stato malvagio anche se giocato contro un avversario che ha chiuso quanti più spazi possibile rendendo la manovra granata meno fluida. Il 4-3-3 di Vieira ha avuto il pregio di avere linee molto serrate che hanno reso difficile la serata alla trequarti granata. In effetti, al Torino è mancata un po' di brillantezza dalla cintola in su, ma tale problema è stato accentuato dal buon lavoro del Genoa.

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Il ritorno al 3-5-2 nel finale: poco impatto della panchina del Toro

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Già al 30' del primo tempo Vanoli è stato costretto al primo cambio forzato: fuori l'infortunato Tameze e dentro Gineitis. Dopo aver subito il gol del pareggio di Pinamonti, sopraggiunto proprio a metà secondo tempo, il tecnico granata ha effettuato una tripla sostituzione per cambiare le carte in tavola. Dentro per il loro esordio in granata Casadei e Biraghi, con loro anche Pedersen. Fuori Sosa, Lazaro e Karamoh. In dirittura d'arrivo Vanoli ha anche inserito Sanabria per Vlasic. Il Torino ha concluso la partita con il ritrovato 3-5-2. Nemmeno questi scossoni dalla panchina hanno sovvertito un andamento piuttosto lineare del secondo tempo. Il Genoa ha fatto meglio del Torino dal 45' in avanti e questo non ha sorpreso Vanoli: "Avevo visto tante partite del Genoa e sapevo che sarebbero usciti alla distanza". Va detto che Masini, Messias e Zanoli che sono stati chiamati in causa a inizio ripresa da Vieira hanno portato vivacità al Genoa e hanno sicuramente contribuito al pareggio.