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Prestito con diritto di riscatto: il marchio di fabbrica dell’era Cairo

Andrea Croveri
Dal 2020 a oggi, quanti prestiti sono stati riscattati?

Il 2 settembre la presidenza di Urbano Cairo ha compiuto 20 anni, un traguardo significativo che lo consacra come il presidente più longevo della storia del Toro, ma che lui stesso ha dichiarato di non aver motivo di festeggiare. Una ricorrenza che cade proprio il giorno successivo alla chiusura del calciomercato: più che una festa, dunque, un’occasione per tirare le somme. E parlando di calciomercato, non si può non citare una delle formule di acquisto che, negli anni, è diventata un vero e proprio marchio di fabbrica: il prestito con diritto di riscatto.

Partiamo dall'inizio

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La prima domanda da porsi è: "perché?" o meglio: "quali vantaggi porta questa formula di acquisto?" Innanzitutto, per i club acquirenti rappresenta un modo per testare un giocatore senza esporsi subito a grandi investimenti, per chi cede è l’occasione di liberarsi di esuberi e ridurre i costi, mentre per i calciatori significa avere spazio e rilanciarsi. Tuttavia, bisogna considerare l'altra faccia della medaglia: il prezzo di riscatto può risultare troppo alto per la società che acquista, troppo basso per quella che vende se la stagione del calciatore è stata positiva, o addirittura portare a una svalutazione del cartellino in caso contrario. Nel frattempo, il diretto interessato resta con il futuro in sospeso. L’ultimo caso è quello di Eljif Elmas: dopo l'esperienza positiva al Torino non è stato riscattato per la cifra ritenuta troppo alta dalla società. Il Lipsia non ha voluto abbassare il prezzo e alla fine il trequartista ha scelto di trasferirsi al Napoli.

Il Torino di Vagnati tra prestiti e riscatti

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Dal suo arrivo nella stagione 2020-2021 come direttore tecnico del Torino, Davide Vagnati ha spesso fatto ricorso alla formula del prestito con diritto di riscatto, che ha portato in granata diversi giocatori, ma solo per brevi periodi. Fanno eccezione i casi di Ricci e Ilic, arrivati invece in prestito con obbligo di riscatto e subito inseritisi stabilmente nel progetto.

2020-2021: Qualcuno ricorderà il Torino di Nicola, qualcun altro preferirà dimenticare i risultati della gestione Giampaolo. Proprio per quest’ultimo, però, fu impostata la prima campagna acquisti di Vagnati, con l’arrivo di parecchi giocatori. In prestito arrivarono Murru, Gojak e Bonazzoli, tutti poi non riscattati. A supporto di Nicola si fecero solo due innesti: Antonio Sanabria a titolo definitivo, e Mandragora in prestito di 18 mesi con opzione di diritto di riscatto dalla Juventus. Quest'ultimo fece molto bene, ma il Toro provò a trattare per una cifra inferiore e il giocatore andò alla Fiorentina.

2021-2022: Cambio di mister, in panchina si siede Ivan Juric. Di nuovo, molti prestiti con diritto di riscatto non esercitato. Emblematico il caso di Mohamed Fares, che arrivò al Toro a gennaio, ma un infortunio nei primi allenamenti gli fece saltare l’intera stagione. Diverso il discorso per Praet e Brekalo, fiori all'occhiello del primo Toro di Juric, e per Pjaca, ala talentuosa, ma che trovò poco spazio: tutti e tre lasciarono la squadra al termine dell’annata.

2022-23: Juric-bis. Tra i prestiti, Vlasic, Lazaro e Miranchuk. A fine stagione, il Toro andò in trattativa con i rispettivi club, non riuscendo a chiudere per Miranchuk e trovando l'accordo solo per Vlasic e Lazaro. Nello stesso periodo arrivò anche Radonjic, che alla fine venne riscattato. Nel mercato di gennaio giunsero Gravillon e Ronaldo Vieira: per entrambi pochissimi minuti in campo, prima di fare marcia indietro verso il club di appartenenza.

2023-24: Ultimo anno di Juric. In estate, dall'Atalanta arrivò in prestito Soppy che a gennaio lasciò il club senza venire riscattato. A gennaio, prestiti di OkerekeLovatoKabic e Masina. Diritto di riscattato esercitato soltanto per quest'ultimo, gli altri non convinsero il club.

2024-25: Tra gli altri, al Toro di Vanoli giunsero Borna Sosa - che non venne confermato - e Pedersen, che è stato riscattato dal Feyenoord (il riscatto era obbligatorio). A gennaio, il Toro firmò i prestiti di Elmas, Biraghi e Salama. Nessuna presenza per Salama, che non venne riscattato. In difesa, Biraghi divenne il terzino sinistro di riferimento e il Toro affondò il colpo. Elmas fu certamente il giocatore che convinse di più, ma la società ritenne troppo alta la cifra fissata per il diritto di riscatto.

Oggi: Anche questa volta il Torino non ha cambiato approccio. Alla squadra di Baroni sono state aggiunte parecchie nuove pedine e, sul fronte dei prestiti con diritto di riscatto, la società ha bussato prima all'Empoli per Anjorin - formula con obbligo di riscatto - e poi due volte al Napoli. In primis è arrivato Ngonge, già allenato in passato dal mister, in secundis alla squadra si è unito il Cholito  Simeone, anche lui  con obbligo di riscatto. In seguito sono stati definiti i prestiti di Asllani dall’Inter e di Nkounkou dall’Eintracht Francoforte, entrambi con diritto di riscatto. La stagione è appena iniziata e, fatta eccezione per Nkunku che si è unito da poco e va ancora valutato, il Torino sembra intenzionato a puntare su tutti. Resta da capire se sapranno ritagliarsi spazio e guadagnarsi la conferma.