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TURIN, ITALY - DECEMBER 13: Duván Zapata of Torino FC and Giovanni Simeone of Torino FC during the Serie A match between Torino FC and US Cremonese at Stadio Olimpico Grande Torino on December 13, 2025 in Turin, Italy. (Photo by Stefano Guidi - Torino FC/Torino FC 1906 via Getty Images)
“Mi fai venire voglia di essere un Toro migliore” semicit, perché sì dalla settimana burrascosa post sconfitta con il Milan e l’avvicendamento tra Vagnati e Petrachi, qualcosa è cambiato. Ma tra Cremonese e Sassuolo ci sono diversi gradi di separazione. La prima sa tanto di assaggio di un piatto che non è granché, ma si è casa di altri e lo si inghiotte per educazione o, in questo caso, per quieto vivere, mentre a Reggio Emilia il palato ha iniziato a provare effervescenza. Ma ora si spera che la tavola, quella abbondante di Natale, non ingolfi i granata e che si possa infilare la tripla (vittoria) pesante sul trascorso di una partita stagionale giunta quasi a fine primo tempo. Contro una squadra ostica come il Sassuolo di Grosso - pur priva di diversi elementi cruciali, come Thorstvedt a centrocampo e Berardi e Pinamonti in attacco – i granata hanno offerto una delle prestazioni più convincenti della stagione. Compattezza, determinazione e anche trame di gioco più scorrevoli. Le migliori occasioni le hanno avute i granata e Baroni, come ha confermato Ismajli, sembra avere anch’esso uno spazio nella mente dei suoi adepti. “Oggi la squadra è andata a pressare altissima nel primo tempo: è il calcio che voglio, la squadra lo può fare e lo deve fare, per recuperare palloni alti e sfruttare i nostri quattro attaccanti”.
Tutti invitati al party, senza più selezione all’ingresso. Il poker d’attaccanti che tanto ha fatto gongolare l’host per motivi ereditari del torneo Mamma e Papà Cairo, ossia l’omonimo presidente granata, che aveva definito in quei primi giorni d’agosto “un attacco davvero potente, non vedo l’ora di vederlo” è attualità. Si attendeva il ritorno del capitano Zapata, di riammirarlo con Adams, insieme al nuovo arrivato Giovanni Simeone. Sulla carta ci siamo, è il momento perfetto. Finalmente le aspettative possono tradursi in realtà, ma ora per Baroni arriva il difficile. Di solito gli allenatori, di fronte a tale abbondanza, non vedono problematiche, anzi: più ce n’è meglio è. Sta però al tecnico non cadere in un bicchier d’acqua e capire i momenti, l’efficacia di determinate soluzioni. Più volte Baroni è stato soggetto a critiche fondate su sostituzioni, su qualche opportunità non colta a partita in corso. A Reggio Emilia invece le cose sono andate per il meglio. A sbloccare l’incontro, di fatto, oltre all’ennesima trasformazione glaciale dagli undici metri di 'Niksi' Vlasic, è stata la mossa dell’ora di gioco dalla panchina. Zapata non ha performato al meglio: ha avuto una chiarissima occasione da gol non sfruttata e in generale è sembrato un po’ più opaco rispetto alle due gare precedenti. Ma è inutile elencare nuovamente le attenuanti a suo favore. Al suo posto è entrato Simeone che, sempre inserito a gara in corso, è passato dal brivido, in area di rigore, degli ultimi istanti con la Cremonese, a un penalty guadagnato, cambiando le sorti di un pomeriggio come nel basket fanno i giocatori clutch. Tra i due sudamericani, c’è lo scozzese, che come il connazionale Sean Connery, lo 007 per eccellenza, fa dell’azione continua e della concretezza il suo marchio di fabbrica. Un Adams così, dopo un inizio di stagione per vari motivi balbettante, non può non presenziare sul rettangolo verde, anche se la coppia più pesante stuzzica e non poco.
Ma poi arriviamo alle note un filo più dolenti. Innanzitutto, quel quarto beatle, sfavillante in estate e oggi, vedremo cosa ne pensa Petrachi, al limite dall’essere un regalo di Natale da riciclare. Ovviamente si parla di Cyril Ngonge, fin qui fin troppo evanescente e l’occasione gettata al vento a Reggio Emilia ne è la fotografia più esplicativa. Baroni, nel complesso offensivo, inserisce anche Njie che, nonostante la sua stagione si riduca in 80 minuti tra campionato e coppa, il mister definisce “un ragazzo interessantissimo”, anche se la possibilità di vederlo altrove resta un tema super attuale. E ora Baroni ha un pacchetto luccicoso sotto l’albero, che richiede responsabilità nella gestione, ma anche numeri, da cui nel calcio non si può scappare. Se Vlasic sta risolvendo le grane, l’attacco, nonostante il potenziale, entra poco alla voce gol. Zapata e Ngonge sono fermi a uno, 3 Adams e 4 Simeone. Le reti messe a segno sono state anche pesanti, soprattutto quelle del Cholito contro Roma e Napoli, ma spesso nate anche da situazioni estemporanee. L’abbondanza dovrà tradursi anche in un fiorire al tabellino. Questo dipenderà dai singoli, dalla struttura di Baroni, ma anche da cosa accadrà a gennaio. Servono più soluzioni per chi ha il compito di buttarla dentro e un restyling, soprattutto sugli esterni, può essere parecchio funzionale alla causa.
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