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Toro, dal 4-2-3-1 al 3-4-3: tutti i cambi di modulo. E nel futuro c’è il 4-3-3

Toro, dal 4-2-3-1 al 3-4-3: tutti i cambi di modulo. E nel futuro c’è il 4-3-3 - immagine 1
In rosa pochi difensori e tanti centrocampisti valorizzati da una mediana a tre
Alberto Giulini Vicedirettore 

Una stagione avviata con il 4-2-3-1, trasformato poi in 4-3-3 dopo la Coppa Italia. E ancora il 3-4-3 (o 3-4-2-1 che dir si voglia) adottato a partire dalla trasferta di Roma. Il Toro ha cambiato diversi sistemi di gioco nel corso della stagione ed è pronto a cambiare ancora. Perché la difesa a tre è una soluzione temporanea, nei piani di Baroni c'è il ritorno al 4-3-3.

La difesa a tre per arginare Gasperini

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La stagione granata si è aperta con il 4-2-3-1 provato a più riprese nel corso del ritiro e poi accantonato alla prima uscita ufficiale. Il motivo? La difficoltà dei giocatori in rosa di adattarsi a una mediana a due elementi e la volontà di aggiungere un regista. E così, già all'intervallo della gara contro il Modena, Baroni è passato al 4-3-3: un trequartista puro in meno, un centrocampista in più a fare gioco.

Il 4-3-3 nel futuro

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A partire dalla trasferta di Roma, il 4-3-3 ha lasciato spazio a un 3-4-2-1 a specchio con i giallorossi. Una scelta per favorire le marcature sui trequartisti avversari, presi a uomo dai due braccetti della difesa a tre. E confermata anche nelle successive uscite contro Atalanta, Parma e Lazio. Il passaggio alla difesa a tre è stato giustificato da Baroni con la necessità di dare solidità alla squadra in questa prima fase di stagione, pur con la consapevolezza che nel futuro ci sarà spazio per il ritorno al 4-3-3. Un cambiamento che sarà inevitabile, dati i troppi pochi centrali in rosa per sostenere stabilmente una difesa a tre e i tanti centrocampisti che meglio si adattano a una mediana a tre elementi.