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Toro in numeri: Gineitis, poco per la titolarità. Mancato il salto di qualità
Doveva essere l’anno della consacrazione per Gvidas Gineitis. La stagione in cui diventare titolare, il perno del centrocampo di Marco Baroni, soprattutto dopo l’annata positiva vissuta agli ordini di Paolo Vanoli. Qualcosa però, fino a questo momento, non ha funzionato. Le presenze sono poche, ancora meno quelle da titolare, e il salto di qualità atteso dal mondo granata non è arrivato.
La stagione non è stata semplice per il lituano. L’arrivo di Asllani, la crescita di Casadei e l’utilizzo frequente di Vlasic nel 3-5-2 hanno inevitabilmente ridotto il suo spazio. Fin qui Gineitis ha collezionato sette presenze, ma solo due da titolare. Eppure, non tutto è da buttare. Il suo dato migliore è proprio l’efficacia nei duelli:
62% dei duelli a terra vinti
59% dei contrasti portati a termine con successo
Numeri che mostrano un giocatore solido nell’uno contro uno, difficile da superare quando viene coinvolto nella fase difensiva.
Tuttavia, questi due dati non riescono a salvare il lituano al momento ma sicuramente troverà spazio e proverà a crescere: la stagione è ancora lunga. Però a questo punto era lecito trovarsi qualche presenza e qualche apporto maggiore da parte di Gineitis. Il volume di gioco difensivo è infatti basso: appena 0.3 intercetti a partita, 1.4 palle recuperate e meno di un contrasto a gara indicano che il giocatore è poco presente nelle situazioni in cui servirebbe lettura, anticipo e proattività. A questo si aggiunge un dato particolarmente pesante: un errore diretto che ha portato al gol avversario, elemento che incide in modo significativo sulla valutazione complessiva. Anche la gestione del possesso rappresenta un problema: con 5.4 palle perse a partita a fronte di pochi tocchi, il giocatore fatica a mantenere pulizia e lucidità nelle scelte. Il risultato è un rendimento difensivo complessivamente sotto la media.
Come riassumere, quindi, la stagione di Gineitis fin qui? Difficile dare una valutazione positiva. Le poche presenze sicuramente non hanno aiutato il classe 2004 a mettersi in mostra, ma anche nella scorsa stagione aveva iniziato accumulando solo spezzoni prima di conquistarsi il posto da titolare. Questa volta, però, le aspettative sono rimaste disattese. Il salto di qualità non è arrivato. La stagione, però, è ancora lunga: il tempo per rialzarsi e invertire la rotta c’è e il numero 66 granata ha tutte le qualità per farcela.
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