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ToroPreview, verso Torino-Fiorentina: “Baroni subito costretto a vincere?”

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Ogni settimana alcune domande sul prossimo match a tre dei nostri giornalisti, che ci dicono la loro sul momento del Toro
Redazione Toro News

Quattro domande, tre pareri in merito. Le nostre opinioni, a volte concordi e a volte discordanti tra di loro. Ecco ToroPreview: prima della partita, tre dei nostri giornalisti risponderanno alle domande della redazione, dicendo la loro sull’impegno che attende la squadra e in generale sul momento dei granata. Opinioni personali a volte agli antipodi, per cercare di dare una visione più completa possibile al lettore sull’argomento trattato. Questa settimana, dall’altra parte del microfono ecco i nostri Alessandro Balbo, Andrea Calderoni e Alessandro Gigante.

Subito la Fiorentina dopo la debacle di San Siro. Il Toro è costretto a vincere?

Balbo - Della partita contro l'Inter, al di là del risultato effettivo, ciò che è mancato è il gioco (come durante il primo tempo contro il Modena in Coppa Italia). Quindi, direi più che costretto a vincere il Torino di Baroni è costretto a giocar bene, a dimostrare di avere un'identità tecnica e tattica. Vincere ma soffrendo è un palliativo, mostrare il proprio carattere ma perdendo è una cura forse più drastica, ma incisiva.

Calderoni - Il Torino è costretto a dare delle risposte. Contro l'Inter sono scattati tanti, troppi campanelli d'allarme. L'obiettivo del match contro la Fiorentina dev'essere quello di garantire quanto meno una prestazione accettabile. Bisogna dimostrare che a San Siro è stato un incidente di percorso, altrimenti l'orizzonte si fa davvero grigio, soprattutto considerando il calendario granata fino a metà ottobre.

Gigante - Dopo San Siro il Torino non può più permettersi alibi. La squadra deve dare continuità, non solo nei risultati ma soprattutto nell’atteggiamento. Il problema non è soltanto il punteggio finale, quanto la sensazione di fragilità trasmessa. Contro la Fiorentina serviranno idee chiare e coraggio: perché senza un’identità precisa, anche i punti rischiano di diventare effimeri.

 

Su che difesa puntereste?

Balbo - Idelamente punterei su una difesa a tre, più solida e sicura per una rosa che è molto fragile nel reparto arretrato. Mancano però gli interpreti adatti, dunque la difesa a quattro va attuata ma ripensata. Centrale deve essere il rientro di Maripan, che con la sua grinta ed esperienza può di sicuro dare una mano in più dietro. Su Coco e Masina è arduo esprimersi, forse tra i due Coco è quello che può reggere meglio i 90 minuti di gioco. Come sui terzini continuerei a puntare su Pedersen e Biraghi, migliori in copertura.

Calderoni - Direi che è giunto il momento di puntare su Maripan, credo insieme a Coco, anche se alla lunga, secondo me, la coppia titolare del Torino sarà composta da Ismajli e da Maripan. Sulle corsie vedo una certa penuria. Pedersen e Lazaro sono due alternative che si equivalgono sulla destra ma nessuno dei due offre garanzie. Biraghi è al momento isolato sulla sinistra e abbiamo visto a San Siro quanto sia distante dal miglior Biraghi.

Gigante - La difesa a quattro può funzionare: Maripan deve essere il perno della difesa, senza di lui manca solidità. Al suo fianco meglio Ismajli che Coco. Sulle fasce Pedersen si sta mostrando più affidabile di Lazaro, ma solo il tempo potrà decretare il titolare...mentre a sinistra Biraghi resta ancora oggi l’unica opzione, anche se non al meglio.

 

Lancereste Asllani dal primo minuto?

Balbo - Il metronomo albanese può dare quel quid in più ai granata, ricoprendo quella mancanza lasciata da Ricci nel lavoro fondamnetale di rifinitura e di costruzione. Come sempre però non bisogna giudicare troppo in fretta, un'eventuale steccatta di Asllani alla prima uscita non può comportare una stroncatura definitva del calciatore. Perciò, è un "rischio" che va preso.

Calderoni - Sì, tenterei di metterlo in mezzo al campo. Deve iniziare a prendere confidenza con i ritmi partita e con i suoi compagni di squadra. Non bisogna dimenticarci che nella scorsa stagione ha giocato con il conta gocce, quindi avrà bisogno di tempo per trovare costanza di rendimento.

Gigante - Asllani va lanciato e sperimentato. È l’unico che può dare qualità in mezzo al campo in fase di costruzione, anche se servirà pazienza: non possiamo pretendere subito leadership, perché senza minuti sostanziosi difficilmente crescerà.

 

Confermereste il 4-3-3 come modulo di partenza?

Balbo - Vale il discorso fatto prima sulla difesa. Idelamente no, ma pragmaticamente sì. La squadra è stata pensata e costruita per un 4-3-3, o 4-2-3-1, gli interpreti sono quelli e su quelli bisogna puntare e contare. Un cambio radicale di formazione, 3-5-2 o 4-4-2, può essere rischioso e controproducente, aprendo buchi o eccessi in altri reparti. Queste prime giornate di campionato sono anche "test" (tardivo) sul modulo.

Calderoni - Direi di sì, anche se mi chiedo perché Baroni abbia lavorato per un mese sul 4-2-3-1 perdendo in qualche modo del tempo. La rosa granata per come è costituita a oggi è più adatta al 4-3-3 piuttosto che al 4-2-3-1.

Gigante - Il 4-3-3 è il modulo più adatto perché valorizza i giocatori presenti in rosa e dà equilibrio al centrocampo, anche grazie all'arrivo di Asllani nonostante sia meglio non basarsi solo sulle individualità. Il 4-2-3-1 ha già evidenziato limiti sia in copertura che in costruzione. Cambiare ancora rischierebbe di aumentare confusione: meglio spingere su un assetto chiaro e lavorare su quello.