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ToroPreview, verso Torino-Modena: “La Coppa Italia è un obiettivo concreto?”

Redazione Toro News
Torna ToroPreview: ogni settimana alcune domande sul prossimo match a tre dei nostri giornalisti, che ci dicono la loro sul momento del Toro

Quattro domande, tre pareri in merito. Le nostre opinioni, a volte concordi e a volte discordanti tra di loro. Torna con l'inizio della stagione ToroPreview: prima della partita, tre dei nostri giornalisti risponderanno alle domande della redazione, dicendo la loro sull’impegno che attende la squadra e in generale sul momento dei granata. Opinioni personali a volte agli antipodi, per cercare di dare una visione più completa possibile al lettore sull’argomento trattato. Questa settimana, dall’altra parte del microfono ecco i nostri Federico De Milano, Matteo Curreri e Piero Coletta.

Si parte con la nuova stagione. Cosa vi aspettate dalla gara di Coppa Italia con il Modena?

De Milano: "Mi aspetto di vedere un Torino che riesca finalmente a mettersi in mostra con quella che possa essere una formazione il più possibile vicina a quella che Baroni ha in mente come titolare. Dopo gli esperimenti nelle varie amichevoli estive ore è tempo che i granata inizino a fare sul serio e che possano approfittare del maggior tasso tecnico rispetto al Modena per prendere coraggio e dimestichezza con le giuste idee tattiche che andranno poi messe in pratica già prossima settimana contro l'Inter.

Curreri: "Mi aspetto un Torino non ancora pienamente assimilato alle idee di Baroni: il mercato è ancora aperto e restano alcune lacune da colmare. Allo stesso tempo immagino una squadra con maggiore chiarezza nella costruzione offensiva rispetto alla gara di Valencia, dove non era ancora apparsa davvero modellata sull’immagine e sui principi del nuovo tecnico. È inevitabile attendersi risposte da una retroguardia battuta 11 volte in preseason, anche se va ricordato che un test contro un avversario di categoria inferiore vada preso con le dovute cautele".

Coletta:"Un Torino il più vicino possibile all'idea di calcio di Marco Baroni. Non mi aspetto grandi novità per quanto riguarda la formazione, perché il 4-2-3-1 è stato collaudato per tutta la durata della preaseson. Mi aspetto però dei segnali positivi dalla difesa. Questo è stato sicuramente il tasto dolente della preparazione, troppi errori e anche troppe coperture sbagliate. Serve più equilibrio".

 

L'obiettivo rosa pronta al 90% prima del ritiro è stato mancato. Da allora è passato un altro mese, a che percentuale si trova a oggi il Torino?

De Milano: "Se le parole di Cairo venissero confermate dalle mosse concrete, in queste ultime due settimane di mercato, credo che mancherebbero soltanto un esterno destro e un terzino sinistro. Direi quindi che - dovendo aspettarci due innesti come alternative e non come titolari, secondo me - possiamo affermare che adesso il 90% della rosa sia presente a Torino. In realtà io avrei fatto ancora delle altre mosse in altri reparti ma non penso che le mie idee rispecchino la realtà".

Curreri: "La rosa è ancora lontana dall’essere completa. Fin dall’inizio dell’estate è apparso evidente come manchi un’alternativa a Biraghi. Restano dubbi anche in difesa, soprattutto considerando l’impronta offensiva che Baroni vuole dare alla squadra e che sembra sposarsi solo in parte con le caratteristiche atletiche dei suoi centrali. In mediana pesa l’assenza di un vero playmaker, con il rischio di fraintendimenti tattici legati ad Anjorin e Casadei. Urge inoltre un altro trequartista. Oggi, realisticamente, il Torino è al 70-75% della sua completezza".

Coletta: "Attualmente al Torino mancano un esterno d'attacco, un terzino sinistro e secondo me un difensore centrale. Potrei azzardare al momento un 75%. Per quanto riguarda il difensore centrale, se l'intenzione è quella di una difesa molto alta allora serve un centrale veloce. Ismajli e Maripan, così come Coco, non mi sembrano degli elementi capaci di poter mantenere una linea di difesa così alta".

 

Quanti innesti sono ancora necessari e quali dovrebbero essere le priorità sul mercato per Vagnati a quindici giorni dal gong?

De Milano: "C'è una grande variabile e dipende dall'eventuale innesto di un centrocampista (che potrebbe forse portare a un cambio di modulo?). Se si rimanesse con il 4-2-3-1 e con questi attuali principi di gioco provati per tutta la preparazione estiva, credo che sarebbero necessari ancora un terzino sinistro e - come ripete Cairo - un esterno destro. Per gusto personale credo che a questo gruppo farebbero bene ancora un difensore centrale e un centrocampista difensivo ma non penso che sia nelle intenzioni societarie, al netto di uscite a sorpresa".

Curreri: "Credo di aver in parte già risposto in precedenza. Realisticamente, se il Torino dovesse confermare il 4-2-3-1, le vere urgenze riguardano un terzino sinistro e un rinforzo sulla trequarti. Un eventuale innesto in difesa o a centrocampo, temo, rischierebbe di essere considerato più una ciliegina sulla torta che una reale priorità".

Coletta: "Sul difensore centrale mi sono già esposto prima. L'esterno d'attacco e il terzino restano le priorità. Oristanio mi sembra un nome molto appetibile, un'ala tecnica e capace di saltare l'uomo e creare la superiorità. Capitolo terzino sinistro: serve necessariamente un'alternativa a Biraghi".

 

L'anno scorso la Coppa Italia è stata deludente per il Torino. Può essere un obiettivo concreto con Baroni?

De Milano: "Da anni si continua a parlare della possibilità che la Coppa Italia diventi un obiettivo concreto per il Toro. Purtroppo però nelle ultime stagioni tra Juric e Vanoli non è sembrato davvero poter essere così. Il Torino è infatti quasi sempre uscito nei primi turni e talvolta anche in casa con squadre sulla carta inferiori. L'augurio a Baroni è che possa davvero fare un cammino importante perché potrebbe essere un obiettivo in grado di regalare anche solo quelle piccole soddisfazioni ed emozioni che sono mancate nelle ultime stagioni al pubblico granata".

Curreri: "La Coppa Italia deve diventare un obiettivo concreto per il Torino di Baroni. I numeri dell’era Cairo parlano chiaro: è necessario un cambio di passo in questa competizione. La coppa, inoltre, può rappresentare una via d’accesso all’Europa, forse più percorribile del campionato, dove la concorrenza appare superiore. Fino alla semifinale si gioca in gara secca, e il Toro ha le qualità per mettere in difficoltà qualsiasi avversaria di Serie A. Puntarci significherebbe lanciare un segnale di ambizione e restituire ai tifosi quelle emozioni che mancano da troppo tempo".

Coletta: "Pochi giorni fa avevo parlato del rapporto tra il Torino dell'era Cairo e la Coppa Italia. Mai in semifinale, solo quarti di finale. Questo è un discorso che ricollego anche a livello nazionale, attorno a questa competizione c'è troppo snobbismo. Tornando al Torino, la Coppa Italia, ho sempre pensato che questo sia un torneo da onorare, con la massima serietà possibile. Intanto è un trofeo e al netto di discorsi inutili di prestigio, è un pur sempre un trofeo. E fornisce una passa porta per l'Europa, oltre a rilanciare società, vedasi il Bologna"