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Baroni, il ritorno sul luogo del “miracolo”: a Verona l’apice della carriera

Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 
Nella stagione 2023/2024 l'attuale tecnico granata fece una vera e propria impresa sportiva con l'Hellas

Marco Baroni il ritorno. Questo sarà il tema principale della prima partita del 2026 del Torino. Il tecnico tornerà a Verona in una città a cui deve tanto. In realtà, va detto che anche Verona deve tanto a Baroni, forse deve più Verona a Baroni che Baroni all'Hellas Verona. Anzi è quasi sicuramente così. Vi ricordate la stagione 2023/2024? Beh, Baroni fece un assoluto miracolo sportivo in panchina con gli scaligeri. Ottenne una salvezza incredibile, per certi versi strabiliante perché era difficilmente pronosticabile dopo il clamoroso smantellamento avvenuto nel mercato di gennaio. Non fu riparazione per l'Hellas Verona in quel caso, fu piuttosto un vero e proprioo smantellamento. E Baroni si ritrovò a gennaio con una rosa completamente nuova, indebolita, eppure fu in grado di riorganizzare la rosa abbastanza celermente per conquistare quei punti che servivano per salvarsi. A inizio giugno terminò la sua esperienza nella città di Romeo e Giulietta e strappò un prestigioso contratto (il più importante della sua carriera) a Roma con la Lazio. Diciamo che l'impresa sportiva di Verona ha permesso a Baroni di cambiare status nell'ambito del calcio italiano divenendo un tecnico in grado di dirigere squadre di una caratura superiore rispetto alla semplice lotta salvezza. Per queste ragioni è stato scelto nell'estate 2025 dal Torino di Urbano Cairo, anche se per il momento l'unico obiettivo perseguibile dai granata è proprio la salvezza a causa di un saliscendi preoccupante e per certi versi inspiegabile di cui lo stesso Baroni è colpevole.

Una rosa smantellata: 45 milioni incassati dal Verona in un gennaio

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Tornando a Verona, Baroni chiuse la sua esperienza con una media di 1,03 punti a gara (40 partite totali). L'avvio fu ottimo (tre vittorie nelle prime tre partite ufficiali), poi una lunga fase tempestosa (nessuna vittoria dal 26 agosto al 23 dicembre). Lo smantellamento della rosa a gennaio, altre difficoltà con l'unico sussulto a metà gennaio contro l'Empoli e infine una primavera (dal 3 marzo in avanti) esaltante contraddistinta dalle vittorie contro Sassuolo, Lecce, Udinese, Fiorentina e Salernitana. Fu un percorso a ostacoli che culminò con la gioia più bella: la salvezza. Ma chi andò via a gennaio? In ordine andarono via: Hien all'Atalanta, Terracciano al Milan, Kallon al Bari, Faraoni alla Fiorentina, Hongla al Granada, Doig al Sassuolo, Braaf al Fortuna Sittard, Ngonge al Napoli, Djuric al Monza e Gunter al Karagumruk, oltre al giovane 2005 Siren Diao all'Atalanta che ha seguito Hien. Circa 45 milioni di euro incassati: il secondo incasso nella storia della Serie A nella sessione di gennaio (solo la Fiorentina guadagnò di più con gli 86 milioni arrivati nelle casse grazie al passaggio di Dusan Vlahovic alla Juventus). In quel gennaio burrascoso arrivarono alla corte di Baroni gli attaccanti Noslin e Tavsan, i centrocampisti Dani Silva e Belahyane e il difensore Vinagre. Tutta gente che Baroni fu in grado di capire in fretta e di far rendere ancor più velocemente.