FINANZIAMENTI - Colpisce inoltre come, dopo i 30 milioni di euro di finanziamenti già ottenuti nel 2020, la società granata abbia richiesto e ottenuto un ulteriore finanziamento da 20 milioni di euro (manifestatesi nel marzo 2022 e dunque non iscritti a bilancio nell'esercizio appena concluso) che serviranno alla società per far fronte alle incombenze finanziare attuali e future. Ma se da un lato le liquidità immesse hanno permesso alle casse del Torino di mantenere sotto controllo cash flow e i pagamenti degli stipendi in un momento di flessione dell'intero settore, l'altra faccia della medaglia parla di un futuro certamente più complesso per il club granata. O quanto meno differente rispetto al trend che aveva fatto registrare nell'ultimo decennio la gestione Cairo.
DEBITI E CREDITI - Il riferimento è alla situazione debitoria del Torino che, oltre ai debiti finanziari che andranno estinti in un orizzonte temporale medio-lungo, si troverà entro il termine di "0-1 anno" a dover estinguere (salvo ottenimento di dilazioni di pagamenti) debiti verso società calcistiche per l'acquisto di giocatori per un totale di 22,9 milioni di euro. Una cifra significativa, specie se commisurata ai crediti che la società granata gode nei confronti degli altri club nello stesso orizzonte temporale: ovvero un totale di 7,9 milioni di euro. Ecco perché, oltre che dal punto di vista economico-finanziario, è plausibile attendersi dal club un netto cambio di rotta anche in termini strategico-sportivi nel prossimo futuro. Una sorta di "ritorno al passato" che con Juric sembra già essere iniziato, con il Torino che è tornato ad investire su giocatori più giovani, da far crescere ed eventualmente rivendere in futuro. Già perché è anche grazie alle plusvalenze e alle cessioni importanti degli anni passati che il Torino è stato in grado di mantenere i conti in ordine nell'ultimo decennio. In altre parole non dovrebbe stupire se la prossima estate dovesse arrivare almeno una cessione eccellente sul mercato. Un'operazione che permetterebbe al club di "rifiatare" e riprendere così un cammino che aveva portato il club ad essere tra le società più sane e economicamente sostenibili della Serie A. Almeno fino a cinque anni fa.
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