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Cairo: “Avendo meno risorse di Inter, Milan e Juve punto sui giovani”

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Il presidente del Torino ha parlato del calcio italiano e dei recenti trasferimenti di molti giocatori verso l'Arabia Saudita
Redazione Toro News

Il presidente del Torino, Urbano Cairo, è intervenuto in conferenza stampa durante la presentazione dei palinsesti di LA7. Tra i vari argomenti trattati, l'imprenditore alessandrino ha parlato anche di alcuni temi sul calcio italiano e ha spiegato quelli che possono essere i problemi emersi recentemente. Cairo ha dedicato un passaggio della conferenza anche ai trasferimenti in Arabia Saudita che stanno avvenendo con molta frequenza nelle ultime settimane.

Cairo sull'Arabia: "C'è qualche esagerazione ma tutto torna poi a livelli equilibrati"

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Al presidente del Toro viene chiesto un parere sui recenti trasferimenti di molti calciatori verso l'Arabia Saudita. Queste le sue dichiarazioni in merito all'argomento: "Chi investe nel calcio, anche magari a dei livelli stratosferici credo che inietti nel calcio delle risorse che possono essere poi investite per sviluppare il prodotto nel proprio Paese. Se c'è un giocatore che va in Arabia Saudita perché pagano cifre importanti per acquistarlo, questi sono capitali che entrano, per esempio, in Italia e possono poi essere investiti. Chiaro che poi ci sono delle esagerazioni che c'erano state anche dieci anni fa in Cina ma poi si sono calmate. Mi ricordo che ad un certo punto ci fu una cosa simile anche in Ucraina, lo Shakhtar Donetsk prese Lucarelli per delle cifre spaventose come anche la Russia. Tutto poi ritorna poi in livelli più equilibrati. Quindi va bene, c'è qualche esagerazione ma sono immissioni di denaro fresco per il nostro Paese e il nostro calcio che possono essere utili".

Cairo: "Diritti TV e stadi fatiscenti? Ecco la strada da percorrere..."

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Cairo ha poi parlato anche dei diritti TV e in generale del calcio italiano: "Il calcio italiano ha grande potenziale, siamo saliti come ranking anche grazie alle finali di Inter, Roma e Fiorentina. Nelle aziende, come nei campionati, devi avere dei benchmark e dei punti di riferimento vedendo quelli che hanno fatto meglio di te. Nel 2012 la Serie A aveva dei diritti TV dal valore intorno ai 900 milioni, la Premier era a 1,350 miliardi, la Liga e la Bundesliga a 700 milioni mentre la Ligue 1 era a credo 500. Eravamo quindi posizionati benissimo ma poi abbiamo perso tempo. La Liga ha fatto le scelte giuste sviluppando e diffondendo il prodotto in tutto il tempo raccogliendo 900 milioni dai diritti esteri contro i nostri, mi pare, 200/250 milioni quindi molto di più. Oggi è più difficile perché ci sono molti spazi occupati però credo che si possa migliorare. Il fatto di avere una certa elasticità nella proposta come il pacchetto da 3 a 5 anni e la possibilità di inserire una partita in chiaro, possono far felici i broadcaster e penso che l'asta possa andare meglio. Avere più risorse può aiutare. Quello che faccio io, che ho meno risorse di Inter, Milan, Juve eccetera, è investire di più sui giovani. Dobbiamo puntare sulle academy come fanno in Francia e Svizzera. Abbiamo una popolazione importante, di 60 milioni di persone. Nella ex Jugoslavia tra Serbia, Croazia e Slovenia ci sono robe incredibili perché sono portati e poi c'è lo sviluppo di questi talenti. Se gli stadi sono fatiscenti non è un bel messaggio per il prodotto calcio. Credo che  ci sia davvero la possibilità di migliorare rispetto a come siamo, come eravamo e a come potremo essere".

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