Un Toro che punta all’Europa e che ha ritrovato il Fila dovrebbe viaggiare sulle ali dell’entusiasmo. Eppure non è proprio così perché ad oggi quello che manca al tifoso è proprio la capacità di sognare: sognare un colpo importante di mercato, sognare di poter vedere per anni con la maglia granata addosso i giocatori più rappresentativi o i talenti del vivaio, sognare di vedere una squadra “operaia” capace di guadagnarsi un posto in paradiso o anche solo sognare di vedere perpetrato nel tempo quel "vulnus" di valori caratteristici dell'essenza granata. Purtroppo la sensazione attuale è che a fronte di buoni piazzamenti in campionato che hanno consolidato il Torino nella parte media della classifica, non ci siano margini di crescita sportiva: il famoso “autofinanziamento”, cioè la condizione economica ideale per il sostentamento della società, è in realtà la pietra tombale di ogni slancio sportivo e di ogni ambizione appena superiore che si possa coltivare. E così le plusvalenze vengono messe nel granaio per gli inverni freddi futuri e non reinvestite per generare un circolo virtuoso del tipo più risultati sportivi/più risultati economici.
Crediamo davvero che i calciatori non sappiano che il piccolo cabotaggio della società non sia per loro solo un’occasione di lancio (o di rilancio a seconda dei casi)? Come possiamo sperare che il più forte centravanti italiano accetti con entusiasmo di rimanere in una squadra che nonostante 25 milioni di budget per il mercato in due mesi non ha ancora preso un centrocampista forte andando a colmare una delle più evidenti lacune dell'organico?
Possiamo prendercela con la legge Bosman, coi procuratori avidi e senza scrupoli, con la mancanza di attaccamento alla maglia anche dei giocatori che fanno tutta la trafila delle giovanili, con quelli che dopo dieci partite buone battono cassa, con la Lega calcio che incentiva una sperequazione sempre più ampia nella distribuzione delle risorse economiche tra i club, possiamo trovare mille capri espiatori, ma la domanda resta la stessa: chi sta davvero lentamente e chirurgicamente devitalizzando la capacità del tifoso granata di sognare?
Da tempo opinionista di Toro News, dò voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.
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