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La superstizione è sinonimo di ignoranza, ma si sa, nel calcio come nello sport non esistono personaggi che non abbiano mai fatto uno scongiuro, piuttosto che baciato il proprio amuleto. Dalla fascetta di Veron, al rosario di Ancelotti. Dall'acqua santa di Trapattoni al sale in campo di Anconetani: insomma, nessun superstizioso, di fatto nessuno che vuole avere a che fare con la sfortuna. Nella quale credono tutti. E se il Benfica deve fare ancora oggi i conti con Béla Guttmann, il Torino è costretto a guardare in faccia Paolo Sollier: il calciatore dal pugno chiuso. "Finché non ci riconoscerete il merito di aver contribuito nel nostro piccolo allo scudetto del Toro, non vincerete più nulla" - la maledizione è scagliata. E viene ribadita ancora oggi (venerdì scorso a rigor di cronaca) in occasione dell'evento cui era presente anche il nostro Mario Gago.
L'intervento del nostro Mario Gago a "Parole nel Pallone". "Siamo nella stagione '75-'76, il Torino di: Castellini, Santin, Salvadori, Patrizio Sala, Mozzini, Caporale, Claudio Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli e Pulici, si gioca lo scudetto contro la Juventus. All'ultimo turno, la banda guidata da Radice va in campo al Comunale contro il Cesena, mentre i bianconeri sono in trasferta sul campo del Perugia, neo promossa indomita. Sul terreno di gioco proprio lui, Paolo Sollier che a chinare il capo contro la squadra del 'padrone' Agnelli proprio non ci sta.
Il Toro pareggia in casa, nel frattempo Renato Curi batte Zoff e fissa il risultato: 1-0 a favore degli umbri. Scatta la festa granata e in quello scudetto lo zampino ce lo ha messo anche la compagine biancorossa: "Rompo sempre le scatole agli amici e tifosi granata - ribadisce ancora oggi Paolo Sollier -. Loro non hanno riconosciuto il giusto merito per quell'impresa del Perugia. Se non avessimo battuto la Juventus all'ultima giornata, forse lo scudetto non sarebbe andato al Toro. E ancora oggi dico che fino a quando non ci riconosceranno questa cosa, pubblicamente, con una serata a tema o anche solo una cena, non vinceranno più nulla. Un semplice e pubblico grazie e l'anatema svanirà". Dalla fascetta di Veron, al rosario di Ancelotti. Dall'acqua santa di Trapattoni al sale in campo di Anconetani: superstizione o meno, di fatto dal '76 in avanti il Torino lo scudetto non lo ha più vinto...
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