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Giampaolo pre Fiorentina-Torino: “Rincon gioca, Edera andrà via. Bene Lukic e Berenguer”

Gianluca Sartori

Che atteggiamento sta percependo da parte della tifoseria? "Per ora non ho mai frequentato molto la città. Mi sono concesso un paio di uscite fuori porta per due cene, per il resto sono tutto il giorno al Filadelfia. In quelle occasioni in cui sono stato a contatto con l'ambiente esterno ho notato cordialità e generosità, senso dell'ospitalità. Ma ripeto, le mie uscite sono ancora poche, anche lì non ho molto metro di misura". 

Domani le interessa più il risultato o vedere che la squadra recepisca i suoi insegnamenti? "Il risultato ovviamente mi interessa. Il risultato è molto importante ma io voglio vedere una squadra riconoscibile. Quindi, il risultato va raggiunto attraverso un'identità. Ma all'inizio i risultati vanno inseguiti anche in modo sporco, perchè i risultati ti aiutano ad andare avanti meglio". 

Che preparazione è stata, molto diversa rispetto al passato? "Abbiamo dovuto, come in tutte le cose, adattarsi alle nuove situazioni. Siamo in un posto nuovo con calciatori nuovi, è chiaro che qualche difficoltà c'è. I calciatori sono stati fermi quindici giorni e poi hanno ripreso. Anche in questo abbiamo cercato la strada giusta, quella migliore, la scorciatoia e le vie giuste". 

Ci sono cose in particolari che l'hanno colpita in questo mese e mezzo della città? "Quando si allena il Toro si respira qualcosa di particolare, qualcosa che non riesci nemmeno a spiegare bene con le parole, ma senti di fare parte di un qualcosa che è stato straordinario nella storia del calcio italiano: questo lo percepisco tutti i giorni. Faccio un esempio, l'altro giorno ero nella stanza dei magazzinieri e ho visto una maglia con la numero 7, di un Inter-Torino del 1967, era di Gigi Meroni. Odorava di naftalina ed era consumata. Era destinata al presidente ma quasi quasi mi è venuta voglia di prenderla io... Credo abbia un valore inestimabile. Poi ho parlato un po' con lo speaker, mi ha ricordato la leggenda del quarto d'ora granata. Al di là di quello che siamo individualmente, rappresentiamo qualcosa di importante, ma comunque questo non deve opprimere i calciatori. Le tensioni non fanno mai bene ai calciatori, che devono essere responsabili ma liberi quando scendono in campo. Cose negative da dire per ora non ne ho, magari tra un mese saprò dire".

Termina qui la conferenza stampa. La squadra ora si dirigerà verso Firenze.

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