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Juric pre Torino-Monza: “Schuurs può recuperare per Verona. Sugli infortuni…”

A proposito dell’infortunio di Schuurs. Non credete che siano troppi gli infortuni muscolari?

“Sì, è un tema sul quale ci sono molte riflessioni da fare e devo dire che mi appassiona. Secondo me ci sono tanti fattori, come il cambio di metodo di lavoro ed è l'esempio di Praet l'anno scorso che si è stirato. Anzitutto nel momento in cui si prende un giocatore occorre approfondire il suo stato di integrità fisica: è facile che giocatori che hanno avuto problemi in passato, come operazioni al ginocchio, si stirino nuovamente. Noi vogliamo crescere e perciò controlliamo ormoni e cpk per vedere il recupero del giocatore. Poi ci sono annate in cui lavoriamo molto e succede poco e altre, come questa, in cui facciamo poco e viene tutto questo. Il motore del giocatore è importante: bisogna vedere se ha l'intensità giusta per lavorare a livelli alti. Bisogna fare attenzione quando li prendiamo perché abbiamo la possibilità di analizzare bene chi stiamo prendendo e che capacità ha. All'interno dello staff c'è tutto uno studio legato all'alimentazione, allo stato di forma del singolo, ma le cose succedono lo stesso. Poi sicuramente intervengono fattori come la gestione del calciatore nella vita privata. Noi facciamo di tutto per tenerli sotto controllo ma c’è anche la componente del caso. Poi si dà la colpa agli allenamenti intensi, ma penso che questo concetto abbia distrutto in Italia migliaia di ragazzi sportivamente parlando perché non hanno mai permesso loro di crescere, bloccandoli. A differenza di altri sport dove si lavora tanto nel calcio si tende a dire che lavorano troppo. Io penso che lavoriamo il minimo indispensabile nel calcio, a differenza di altri sport come il basket. Dobbiamo solo perfezionarci. Io penso che gli infortuni siano una cosa molto interessante da analizzare”.

E sul vostro metodo di lavoro? Pensate di modificare qualcosa?

“Sia a Mantova che a Crotone li avevo fatti lavorare moltissimo. Si dice che i nostri allenamenti siano troppo intensi, ma il primo anno a Verona i giocatori li ammazzavamo, il volume di lavoro era superiore del 50% rispetto a quest’anno, e non abbiamo avuto problemi se non Kumbulla che aveva un fastidio alla schiena risolto da gennaio in poi. In Italia siamo a livelli bassi sul tema a livello scientifico, confrontando con altri campionati. Specialmente i giovani li stiamo buttando via sotto certi punti di vista; devono lavorare di più (anche il triplo) e più individualmente per essere più preparati. Faccio l’esempio di Rodriguez. Lui ogni giorno passa tre ore dal fisioterapista. Per me questo è allenamento. Da una parte io gli faccio sempre fare 10-15 minuti in meno di lavoro in gruppo, dall’altra fa un lavoro individuale, con uno dello staff arrivato l'anno scorso, di tre ore da solo. La strada è l’individualizzazione del lavoro. Bisogna migliorare da questo punto di vista".

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