November Rain, come il celebre capolavoro dei Guns N’ Roses. Non certo il clima ideale per dare continuità all’affluenza di appassionati che aveva caratterizzato le due precedenti uscite al Filadelfia. All’orizzonte, in questo caso, non c’erano le aspettative di conferma dopo la vittoria con il Napoli, in vista del Genoa, o addirittura del derby. Siamo nel bel mezzo della sosta per le nazionali, di un brevissimo letargo, come suggerirebbe il tempo, più da coperta e binge watching su Netflix che da sgambata in famiglia sul terreno del Filadelfia, o per chi assisteva, a fare rifornimento di umidità. Il tema che accompagnava come un basso l’orchestra granata, nel suo quartier generale, erano sicuramente le assenze. Perché in giro per l’Europa si stanno già riscontrando precipitazioni. Pioggia di gol: da Asllani con l’Albania, Ilkhan con l’Under 21 turca e Nikola Vlasic con la Croazia. Ma in questi giorni, sul Toro, ha anche parecchio grandinato, come se le buone notizie non arrivassero mai da sole (appunto). Ivan Ilic, al contrario di noi italiani vedove del 2021, non avrà un bel ricordo di Wembley, mentre Giovanni Simeone ha trovato insidie tra le mura protettive del Fila, in uno scontro di gioco.

FILADELFIA
November Rain al Fila, alchimie in campo: Baroni sperimenta
Biraghi e Simeone in palestra. Israel...
—“Everybody needs some time… on their own” recita sempre Axl Rose, mentre sviscera la pioggia di novembre. “Tutti hanno bisogno di tempo per conto loro…” e così è accaduto, non per loro volontà, a Giovanni Simeone e a Cristiano Biraghi: entrambi hanno lavorato al chiuso, in palestra. Non si è unito al gruppo nemmeno Alberto Paleari, che qualcuno, sugli spalti, ha invocato a “Santo Subito”. Acclamatissimo, non ha però soddisfatto chi voleva vederlo a difesa della prima squadra, mostrandosi soltanto al triplice fischio di Baroni, nel personalizzato. La partitella contro la Primavera l’ha disputata invece Franco Israel, che si rivede dopo una lunga assenza per infortunio che rischia ora di prolungarsi, ma per meriti altrui. Il portiere uruguaiano ha risposto presente quando chiamato in causa dagli offensivi della Primavera, eccetto sull’unica rete di Camatta, dopo aver sventato uno scavetto. Una rete che non ha inciso sulla vittoria di una prima squadra azzoppata di diversi suoi interpreti, ma comunque vincente 3-1.
Baroni si inventa Aboukhlal quinto a sinistra
—In mezzo alle scorribande da ambo i lati, a fare da arbitro e guardiano della soglia c’era Marco Baroni, sempre pronto a correggere e incitare i suoi. Tra i più richiamati al coraggio Alì Dembele, utilizzato come braccetto di destra. “Entra, entra”,“Prendi campo Alì”. Baroni, oggi in piena versione alchimista, a mescolare le carte con il poco materiale a disposizione. Perché, ritornando sempre a November Rain, probabilmente Axl Rose non si riferiva al mister quando diceva “Don’t you think that you need somebody”, “Non credi di aver bisogno di qualcuno?”, ma non andava poi così lontano. E così eccolo costretto a inventarsi, nella prima metà del match, Aboukhlal nella posizione di quinto a sinistra, con Nkounkou in versione braccetto, oppure sempre il marocchino punta in compagnia di Duvan Zapata, anche lui applauditissimo e vicino al gol in un paio di occasioni. E poi, nella parte due della partitella, sfruttare i due Primavera Pellini e Carrascosa in difesa per riportare Nkounkou a quinto. In campo anche Tino Anjorin, che dopo aver sperimentato quanto sia “bello tornare” nel derby, ha segnato in partitella e lavora per farsi trovare pronto in vista del Como. L’inglese è stato l’unico, in compagnia di Paleari, a restare sul manto erboso anche quando i tifosi si dirigevano verso l’uscita, dopo aver manifestato tanto amore per il Toro, indubbiamente, tra l’uggiosità e il primo freddo al seguito dei granata.
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