Le idee a confronto
—Dal punto di vista tattico, Baroni e Grosso hanno un approccio simile per flessibilità, ma diverso per interpretazione del gioco. Nessuno dei due è legato in modo rigido a un solo modulo: entrambi adattano la squadra alle esigenze della partita. Baroni, però, costruisce il suo Torino partendo dall’organizzazione. Ama una squadra compatta, che occupa bene gli spazi e lavora molto sulle corsie laterali, dove cerca superiorità numerica e combinazioni per arrivare al cross o entrare in area. La costruzione dal basso è un principio centrale, con più soluzioni e movimenti studiati per superare la pressione avversaria. Grosso, al contrario, privilegia un calcio più diretto ed essenziale. Il suo Sassuolo punta su recupero palla alto, ritmo intenso e verticalizzazioni rapide per attaccare subito la profondità. La priorità è aggredire l’avversario e andare in porta nel minor tempo possibile, sfruttando l’energia e la mentalità combattiva della squadra. In vista della sfida, il Sassuolo dovrebbe presentarsi con il classico 4-3-3, mentre Baroni ha ormai dato continuità alla difesa a tre del Torino, con il 3-5-2 come assetto di riferimento. Due filosofie diverse, ma entrambe moderne, pronte a confrontarsi per la prima volta in Serie A.
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