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TURIN, ITALY - AUGUST 18: Giovanni Simeone of Torino FC during the Coppa Italia match between Torino FC and Modena FC at Stadio Olimpico Grande Torino on August 18, 2025 in Turin, Italy. (Photo by Chris Ricco/Getty Images)
Una delle note più positive di questo inizio di campionato complicato per il Torino è stato sicuramente l’impatto di Giovanni Simeone. Il Cholito è stato uno dei pochi a essersi quasi sempre meritato la sufficienza, soprattutto per l’atteggiamento di chi non intende gettare la spugna anche nelle giornate più avverse. La voglia di tornare protagonista, dopo un triennio a Napoli in cui si è laureato due volte campione d’Italia ma con un minutaggio risicato, è tanta. Lo dimostrano senz’altro anche i gol: due, entrambi siglati nel suo fortino, quello Stadio Olimpico, perforato sia contro la Roma che con la Lazio. Dalla sua anche un altro dato che denota la sua pericolosità: Simeone si trova infatti tra i primi dieci giocatori della Serie A con più tiri nello specchio. Precisamente, come mostrato su 1vs1, è al quinto posto con 18 conclusioni, in compagnia di Riccardo Orsolini del Bologna. Davanti a lui soltanto Orban del Verona (23), Nico Paz del Como (21), Kean della Fiorentina (19) e Giovane del Verona (19). Numeri che, inseriti nel contesto Toro, assumono un significato più profondo, con il Cholito che risulta essere sempre più un punto di riferimento offensivo di una squadra tutt’altro che prolifica come i granata.
In un gruppo che fatica a costruire azioni da gol con costanza, Simeone riesce a rendersi spesso pericoloso. Contro la Lazio è stato utile a tenere impegnati i centrali, liberandosi con efficacia per ricevere palla. La sua importanza, in un gruppo ancora privo di Zapata, emerge con forza, visto che il 40% delle reti siglate in questo campionato dai granata porta la sua firma. Un quadro individuale che si sposa dunque poco con quello collettivo. Il Toro mostra infatti diversi limiti in fase offensiva: non solo le 5 reti in 6 giornate, di cui 3 realizzate nella sola partita con la Lazio, ma anche il 17° posto per occasioni create (25) e un totale di soltanto 8 xG prodotti finora. Numeri che confermano la difficoltà nella costruzione di azioni pulite. Un paradosso alla luce del fatto che i granata siano ottavi per tiri in porta, segno che le opportunità arrivano perlopiù da situazioni estemporanee. In soldoni: la squadra di Baroni tira molto, ma non crea abbastanza. Anche se i 17 tiri totali e le 12 occasioni da gol con la Lazio possono indicare una nuova strada.
Alla luce di questi numeri, una possibile strada per Baroni – ancora alla ricerca di un assetto definitivo – per aumentare il peso offensivo potrebbe essere quella già sperimentata con Simeone affiancato da Ché Adams. Lo scozzese si è già messo in evidenza con una rete di pregevole fattura contro la Lazio e, tra i due, per caratteristiche, potrebbe nascere un’intesa produttiva. Restano però dei “ma” significativi: sia sull’utilizzo degli altri giocatori offensivi – su tutti Ngonge, in crescita nelle ultime due uscite – sia sull’impatto che una scelta del genere potrebbe avere su un’emergenza ancora più urgente. I 13 gol subiti in 6 partite, peggior dato dell’intera Serie A, raccontano infatti di un’altra priorità: trovare un equilibrio difensivo che possa permettere di valorizzare appieno anche i numeri incoraggianti di un singolo come Simeone.
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