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TURIN, ITALY - NOVEMBER 24: Cyril Ngonge of Torino is challenged by Jesus Rodriguez of Como 1907 during the Serie A match between Torino FC and Como 1907 at Stadio Olimpico di Torino on November 24, 2025 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
Una partita che sembrava scorrere sui binari dell’equilibrio si è trasformata, nel giro di pochi minuti, in una delle notti più amare per il Torino. Tale gara richiede una lettura approfondita attraverso le statistiche. Dopo un primo tempo chiuso sull’1-1, il crollo dell’ultima mezz’ora ha trasformato la gara in una delle sconfitte più pesanti della stagione. I dati raccolti offrono una chiave di lettura chiara: il Como ha dominato il controllo del gioco, mentre il Torino ha provato a resistere più sul piano fisico che su quello tecnico, senza però riuscire a contenere la pressione avversaria nel finale.
La forbice nel possesso palla è il primo elemento che fotografa la superiorità lariana: 67% per il Como, 33% per il Torino. A questo si aggiungono i 511 passaggi riusciti degli ospiti, più del doppio dei 236 registrati dai granata. Il dato dei 78 passaggi sulla trequarti contro i 39 del Torino evidenzia la capacità del Como di installarsi stabilmente nella metà campo avversaria, costringendo il Torino a una gara di rincorsa costante. Anche sul piano offensivo il Como ha prodotto di più: 14 tiri totali, con 7 nello specchio, contro i 10 tiri granata (appena 2 in porta). Le 10 occasioni da gol create dagli ospiti contro le 6 del Torino testimoniano una qualità di manovra più continua e incisiva. Nonostante una discreta tenuta nei duelli – 15 contrasti vinti contro 14 e 52 palloni recuperati contro 50 – il Torino non è mai riuscito a trasformare l’intensità in reale presenza offensiva. Le differenze nei dati di costruzione superano infatti quelle nei dati difensivi: il Como non ha concesso fuorigioco (0), mentre i granata ne hanno collezionati 3, segnale di una squadra costretta a forzare giocate verticali senza reale pulizia. Anche sulle palle inattive il divario non ha aiutato: 4 corner per il Como, 3 per il Toro. Tutti indizi di una partita giocata quasi sempre nella direzione della porta granata.
Il finale racconta di una squadra che, più che fisicamente, si è spenta mentalmente. Fino al 70’, pur soffrendo, il Torino era ancora dentro la partita grazie a una buona attività nei recuperi e nei contrasti. Ma la difficoltà cronica nel tenere il pallone, nel risalire il campo e nel consolidare l’azione ha trasformato ogni perdita di possesso in un potenziale pericolo: 56 palle perse dal Torino e 57 dal Como, ma in contesti completamente diversi. Per i granata, ogni errore coincideva con un ribaltamento immediato in un’area già troppo scoperta. Per il Como, gli errori erano fisiologici e distribuiti in un dominio territoriale che permetteva recuperi rapidi e seconde azioni. La differenza nella lucidità offensiva ha completato il quadro: il Como ha finalizzato e colpito con continuità, trasformando la pressione costante in gol e incrementando il risultato fino al 5-1. I granata, invece, hanno continuato a perdere metri, energie e fiducia, fino al tracollo conclusivo nato con i cambi. Le statistiche non raccontano soltanto un divario tecnico, ma soprattutto una differenza nella capacità di gestire i momenti chiave. E il Torino, negli ultimi minuti, è crollato proprio lì: nella testa, prima ancora che nei numeri.
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