toronews toro Torino, il confronto fra Vanoli e Baroni: medesime difficoltà ma approcci diversi
il tema

Torino, il confronto fra Vanoli e Baroni: medesime difficoltà ma approcci diversi

Eugenio Gammarino
Il confronto sul rendimento dell'ex allenatore e di quello attuale

Il Torino di Marco Baroni non sta vivendo un avvio di campionato semplice: in sei giornate sono appena 5 i punti rimediati dai granata in questo inizio di stagione. Appena dodici mesi fa la situazione era diversa, con il Toro al vertice della Serie A dopo 47 anni. Proprio così, con Vanoli in panchina i granata erano primi dopo aver ottenuto 11 punti nei primi sei match: tre vittorie, due pareggi e una sconfitta. Un inizio stagione da sogno, numeri che non si vedevano dalla stagione ’76-’77.

Torino, Baroni-Vanoli a confronto: i numeri e il mercato condannano Baroni

—  

Nonostante la buona prova contro la Lazio e la seconda vittoria in campionato sfiorata per un soffio a causa del rigore trasformato da Cataldi al 103', rimangono le grandi lacune del Torino di Marco Baroni. Come confermato dalla stesso tecnico nel postpartita del match contro i biancocelesti, i granata stanno pagando a caro prezzo un reparto arretrato in difficoltà. Fin dai primi test estivi sono emerse le lacune della difesa granata: 13 reti subite nelle prime sei giornate (sesta difesa peggiore d’Europa con 2,17 gol subiti, meglio solo di Eintracht Francoforte, Werder Brema, Metz, Lorient e West Ham). Baroni paga senza dubbio l'ennesima campagna acquisti estiva che ha indebolito la squadra: non solo il reparto arretrato non è stato adeguatamente puntellato, ma non sono stati sostituiti a dovere i due leader tecnici e dello spogliatoio, Milinkovic-Savic e Ricci, che hanno salutato il club. Dodici mesi fa era tutto un altro Torino. Nonostante i pregressi problemi difensivi e le continue discussioni per un mercato non all'altezza, il Torino di Paolo Vanoli volava in campionato.

Torino, il confronto fra Vanoli e Baroni: medesime difficoltà ma approcci diversi

—  

A inizio scorsa stagione il Torino stava vivendo un periodo d'oro: dopo i primi sei match stagionali contro Milan, Atalanta, Venezia, Lecce, Hellas Verona e Lazio, la squadra di Vanoli aveva totalizzato tre vittorie (Atalanta, Lecce, Verona), due pareggi (Milan e Lecce) e una sconfitta (Lazio), realizzando 10 gol e subendone 8. Una classifica figlia di un calendario molto diverso da quello che ha dovuto affrontare quest'anno la squadra di Baroni (che si appresta a sfidare i campioni in carica del Napoli dopo la pausa nazionali). Tante le differenze anche a livello di atteggiamento in campo. Vanoli aveva costruito una squadra tosta e di carattere, rimettendo a livello tattico tutti i componenti della rosa nella loro posizione naturale. La squadra era compatta e il tecnico era stato molto pragmatico e lucido nel leggere le partite, fare le scelte giuste al momento giusto e mettere le toppe ad una rosa non al completo (orfana di Bellanova da inizio stagione). Poi il vento è cambiato anche per Vanoli, con un ruolino di marcia difficile nella complicata gestione post infortunio di Zapata. Tutto un altro Torino rispetto a quello di Baroni: con l’allenatore toscano al timone, la squadra ha mostrato fin da subito scarsa solidità e identità di squadra e soprattutto ha la tendenza di uscire spesso dalla partita e a subire gol in rapida successione, come le tre reti incassate in otto minuti contro l'Atalanta e la goleada subita contro l’Inter alla prima di campionato. Sotto la guida di Baroni, i granata mancano di ferocia agonistica e di mentalità che hanno portato alla squadra a frequenti amnesie e cali di concentrazione. Era questa la grande forza di Paolo Vanoli ed è questo che non riesce ancora a trovare il Toro di Marco Baroni.