Torino-Sassuolo, perché sì e perché no: servirà l’intensità dei granata

Chiudere questa fase con una vittoria, per arrivare alla sosta e recuperare gli infortunati. Prendendo l'intera posta in palio contro il Sassuolo (stasera, 20:45), il Torino può certificare un ottimo avvio di stagione. A guidare la squadra, dopo due gare d'assenza, tornerà Ivan Juric, che ha detto di aspettarsi "una partita complicatissima" contro il Sassuolo di Dionisi, ancora in cerca della seconda vittoria in campionato. Come di consueto, nel percorso di avvicinamento al match, analizziamo i temi principali nel "perché sì e perché no": due motivi per credere nel Torino, altrettanti per temere l'avversario di turno, in questo caso il Sassuolo di Alessio Dionisi. PERCHÉ SÌ - Un avvio di stagione all'altezza delle aspettative e i segnali positivi mostrati a San Siro nonostante la sconfitta, contribuiranno a tenere alto l'entusiasmo per il Torino. Tra le mura amiche i granata sono ancora imbattuti (un pareggio con la Lazio, una vittoria col Lecce) e vogliono conquistare altri punti per migliorare la classifica prima della sosta. Lo stato di forma è ottimo, la squadra gira: con un po' di concretezza in più, i granata possono avere ottime chances di battere il Sassuolo. PERCHÉ NO - Laurienté, Pinamonti, Alvarez e non solo: "Il Sassuolo ha creato di nuovo una squadra fortissima. Hanno preso giocatori con caratteristiche giuste: gambe forti, accelerazioni, talenti promettenti" ha sottolineato Juric in conferenza stampa. Il Sassuolo, infatti, è una squadra molto tecnica, con un modo di giocare efficace e riconoscibile: il Toro dovrà stare attento. PERCHÉ SÌ - I precedenti sono nettamente dalla parte del Toro. L'ultimo colpo in trasferta del Sassuolo risale al 24 aprile del 2016: dopo quella sconfitta firmata Sansone, Peluso e Trotta, i granata hanno vinto 5 degli ultimi 6 precedenti, prima del pareggio dello scorso campionato. PERCHÉ NO - Oltre all'ottima prestazione, la partita contro l'Inter ha lasciato qualche dubbio sulla fase realizzativa dei granata. Il Toro arriva in area, conclude abbastanza, ma non converte in gol la grande mole di gioco che crea. E questo, contro il Sassuolo, è già stato letale durante lo scorso campionato: tre legni colpiti, prima della beffa in extremis firmata Raspadori.