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TURIN, ITALY - AUGUST 18: Zakaria Aboukhlal of Torino FC during the Coppa Italia match between Torino FC and Modena FC at Stadio Olimpico Grande Torino on August 18, 2025 in Turin, Italy. Photo: Nderim Kaceli
Otto milioni di euro e un Mondiale da protagonista in Qatar con il Marocco: Zakaria Aboukhlal vantava un biglietto da visita di tutto rispetto. Il suo arrivo doveva rappresentare uno dei colpi più intriganti del mercato estivo del Torino, un innesto capace di alzare il tasso tecnico e dare profondità alla trequarti granata. Ma, a distanza di ormai qualche mese, la realtà racconta un’altra storia: Aboukhlal, oggi, non è nemmeno un titolare.
Eppure sarebbe troppo facile liquidare la questione parlando di flop o di rendimento deludente. In verità, le occasioni per mettersi davvero in mostra sono state poche. Il marocchino è rimasto spesso impigliato nella fitta rete di concorrenza che caratterizza la trequarti del Torino, il reparto più affollato e, paradossalmente, meno definito della squadra di Baroni. L’allenatore granata ha mescolato spesso le carte, senza dare una vera gerarchia né una struttura tattica stabile. E proprio qui nasce l’equivoco. Aboukhlal è un giocatore che vive di spazi, di inserimenti improvvisi e di campo aperto. Ma in un sistema ancora alla ricerca di identità, dove Baroni alterna moduli e principi - dal 4-3-3 al 3-4-2-1, fino al 4-2-3-1 - il suo profilo rischia di restare sospeso, senza un contesto tecnico adatto a valorizzarlo. Quando è stato chiamato in causa, il marocchino ha alternato lampi di personalità e intraprendenza, a errori grossolani, ma sempre in situazioni frammentate, mai con la continuità necessaria per entrare davvero nei meccanismi del gruppo.
Serve chiarezza tattica e coraggio nelle scelte per capire se Aboukhlal possa diventare un valore aggiunto o sarà destinato a diventare uno dei numerosi investimenti mai incisivi, a cui la dirigenza da tempo ci ha abituato. Il Toro, oggi, non ha ancora una fisionomia precisa e Aboukhlal rischia di restare imprigionato nel limbo delle potenzialità inespresse. In fondo, l’equivoco non è solo suo: è di una squadra che ancora non sa bene cosa vuole essere. E finché Baroni non troverà la sua strada, anche giocatori come Aboukhlal continueranno a muoversi tra le pieghe dell’incertezza.
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