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Toro, l’abbraccio del Filadelfia: tutti uniti verso il derby
Una volta concluso l’allenamento a porte aperte dello scorso 22 ottobre, l’allenatore granata Marco Baroni si era presentato nel cortile del Filadelfia per incontrare qualche tifoso presente. Tra le fotografie scattate c’era chi gli chiedeva se una giornata come quella, con i cancelli dello stadio che è storicamente il quartier generale granata, si sarebbe presto ripetuta. Nel frattempo, dopo la vittoria sul Napoli del 18 ottobre, il Toro ha inanellato altri tre risultati utili consecutivi. L’ultimo, quello di domenica scorsa contro il Pisa, in cui i granata sono riusciti a pareggiare da meno due, ma hanno mancato – in una ripresa priva di scossoni – l’appuntamento con i tre punti. Baroni, nel post partita, ha ricordato come il prossimo impegno, il derby in casa della Juventus, sia “una partita speciale, ‘la’ partita”, esaudendo poi le richieste di vicinanza del tifo verso la squadra, già espresse nelle settimane precedenti: “Martedì faremo venire il nostro pubblico all’allenamento”.
Ed eccoci a questo nuovo pomeriggio volto alla sinergia, a rendere l’ambiente granata un unico corpo. Di fronte – trascorso da poco Halloween – i fantasmi, le ragnatele da scacciare che imperversano nel mondo granata di fronte all’appuntamento della stracittadina. Superfluo ricordare quanto questa partita, da tempo, non susciti flashback piacevoli al popolo granata. Un decennio senza vittorie, trent’anni dall’ultima in casa degli acerrimi rivali. Uno score tutt’altro che invitante, ma che, in giornate come quella odierna, fa capire perché la tifoseria granata resti ancora un unicum. Finché c’è il Toro, c’è speranza, e c’è un entusiasmo e una tradizione da trasferire anche a chi, nel gruppo, tra i nuovi di questa partita, di questo Davide contro Golia in salsa calcistica, ne avrà sentito parlare dal primo atterraggio a Caselle, senza la prova provata del campo.
In un pomeriggio lavorativo, di martedì, circa 400 tifosi hanno trovato il tempo per sottolineare, attraverso cori e applausi, perché è importante vincere questa partita, o quanto meno uscire dal terreno inespugnabile dello Stadium a testa alta. Al Filadelfia, la Maratona itinerante e gli aficionados della tribuna non hanno smesso un momento di incitare la squadra. Supporto costante per tutto l’allenamento, perché, malgrado tutto – la contestazione, un’assenza durevole dai grandi palcoscenici, l’avarizia nei derby e un conseguente malcontento – la piazza, quando è chiamata a rispondere, risponde presente. Perché allo Stadium servirà compattezza non solo nella fase difensiva, nel modo in cui Baroni – che assisterà al match da uno sky box – architetterà il suo undici anti-Juve, ma soprattutto in un unico spirito, che dal singolo passa al collettivo: squadra e tifo. E al Filadelfia se n’è visto un primo assaggio, con i giocatori che, al termine dell’allenamento, si sono precipitati verso il pubblico più acceso. “Forza ragazzi!”, ma anche qualche immancabile frecciata all’altra Torino, storicamente molto lontana: se no, che derby sarebbe?
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