Tra alti e bassi: ecco la stagione del Toro

Quella appena terminata, per il Torino è stata una stagione che potremmo definire “bipolare”: nei suoi tifosi ha suscitato grandi gioie alternate ad altrettante delusioni. Abbiamo provato a riassumere in questo pezzo, con l’ausilio dei dati forniti da Opta, quelli che sono stati i numeri più significativi di questa stagione, in cui tante cose non sono andate per il verso giusto ma molte altre vanno senza dubbio salvate. Un ottimo score. Il tridente prima, e l’attacco con una punta e tre trequartisti poi, hanno reso al meglio. Era dal 1949/50 che il Torino non riusciva a segnare così tanto in un singolo campionato di Serie A. Vera nota dolente: troppo spesso, per errori individuali o tattici, il Torino si è trovato a subire gol che erano evitabilissimi. Era dal 1958/59 che non ne concedeva così tanti agli avversari. Nell’ultima parte di stagione poi, la squadra è parsa troppo sbilanciata, complice un centrocampo a due composto non propriamente da mediani, e incapace perciò di fare un adeguato filtro. I granata hanno subito almeno un gol in tutte le ultime 19 partite giocate in campionato, la più lunga striscia nella storia del club in Serie A. Si tratta del terzo miglior bottino per il Toro da quando si assegnano tre punti a vittoria: meglio aveva fatto solo nel 2013/14 (anno del raggiungimento dell’Europa League) e nella stagione successiva. Nonostante questo, complice lo scarso rendimento delle squadre della parte bassa della classifica - che ha permesso a molti club di stabilire il proprio record di punti, pur senza ottenere traguardi eccezionali - l’obiettivo Europa risulta distante ben 10 punti. Il Gallo è la vera stella di questa stagione granata: 28 gol totali, 26 dei quali in campionato, che ne fanno il miglior marcatore granata in un singolo campionato di Serie A dal 1949/50, quando Benjamin Santos arrivò a quota 27. Ben 10 di questi gol sono stati di testa: nessuno nei cinque principali campionati europei è riuscito a fare altrettanto. È stato inoltre uno dei soli quattro calciatori in Europa a segnare almeno 5 gol di testa, almeno 5 di destro e almeno 5 di sinistro: un bomber completo. Il Toro è il club che ha ottenuto più pareggi in questo campionato. C’è rammarico perché spesso, più che di punto guadagnato, si è trattato di due punti sprecati: su 23 gare in cui è stata in vantaggio, la formazione granata ha portato a casa infatti solo 13 vittorie, gettando alle ortiche 22 potenziali punti (solo tre squadre hanno fatto peggio). Forse non è un caso che “Mister X” Sinisa Mihajlovic sia, tra gli allenatori attualmente in Serie A, quello con la più alta percentuale di gare pareggiate in carriera (36%). Chiudiamo il capitolo delle note dolenti con un'ultima, riguardante sempre la fase difensiva. Nello specifico, le palle inattive: il Torino è la squadra che ha subito più gol su situazione di calci d’angolo, aspetto che bisognerà sicuramente migliorare in vista della prossima stagione. Oltre a Belotti, spiccano i 12 gol di Iago Falque e i 10 di Adem Ljajic: il Torino non aveva tre giocatori in doppia cifra in un campionato di Serie A dal 1949/50. Il serbo, rivitalizzato dal nuovo modulo, è stato anche il giocatore della Serie A 2016/17 a segnare più gol da fuori area, ben sei. Il Torino è stata l’unica squadra capace di fare punti in casa della Juventus, interrompendo con quel pareggio per 1-1 una striscia di 33 vittorie interne consecutive per i bianconeri in campionato. Certo, c’è molto rammarico perché i punti avrebbero potuto essere tre anziché uno soltanto, per approfondimenti al riguardo si torni al punto precedente, sulle situazioni di vantaggio non sfruttate.