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La passione, i maestri, gli Scudetti. 24 anni dopo, il Torino Primavera al Filadelfia

L'evento / La storia non poteva compiersi senza il ritorno dei giovani granata nel tempio granata: al suo interno furono costruiti 8 dei 9 scudetti conquistati

Gianluca Sartori

Una giornata che resterà negli annali, quella di oggi: la Primavera del Torino torna a disputare una gara ufficiale al Filadelfia. Se il club granata può vantare al momento il Settore Giovanile più titolato d'Italia, molto lo si deve a questo stadio, la Casa per antonomasia del vivaio granata sin da quando, nel 1928, Adolfo Baloncieri e Karl Sturmer crearono la prima squadra giovanile del Torino: i Balon Boys. Anche quando la Prima Squadra del Torino si trasferì al Comunale per le partite di campionato (1963), a rimanere al Filadelfia per le gare ufficiali fu proprio la Primavera. Fu allora che tra quelle mura iniziò la seconda grande epopea dello stadio del Grande Torino, che diventò una fucina per la costruzione di giovani calciatori. "Quando arrivavano al Filadelfia, i giovani che si allenavano con noi sapevano che in tanti, prima di loro, ce l'avevano fatta. E questo gli dava la carica", è solito spiegare Sergio Vatta, che in 15 anni alla guida della Primavera granata creò un centinaio di giocatori professionisti.

"Non solo: sotto la guida di maestri come Rabitti e Ussello prima, e l'avvocato Cozzolino e Sergio Vatta poi, la Primavera del Torino fece del Filadelfia il suo regno indiscusso, costruendo lì 8 dei 9 Scudetti della sua storia (1967, 1968, 1970, 1977, 1985, 1988, 1991, 1992) e 6 Coppe Italia su 7, tra il 1983 e il 1990. Una storia i cui fili sono stati riannodati - lontano dal Filadelfia - in tempi recenti solo nel 2015, quando i ragazzi di Moreno Longo centrarono l'accoppiata Scudetto-Supercoppa. Proprio negli ultimi anni del Filadelfia, fu mister Serino Rampanti a chiudere provvisoriamente la grande epoca, centrando due Scudetti (1991-1992), prima dell'ultima stagione, il 1992/1993, che si concluse invece con poca gloria.

"Era il 17 aprile 1993 quando la Primavera del Torino giocava l'ultima partita nel Tempio granata: uno scontro diretto con la Reggiana per la qualificazione alle fasi finali, che sorrise agli emiliani (0-1), i quali vinsero il girone e andarono a giocarsi lo Scudetto (vinto poi dall'Atalanta di Cesare Prandelli). Niente da fare per i granata, che chiusero al terzo posto: quella Primavera, che tra i suoi giocatori annoverava ragazzi poi diventati professionisti come Falcone, Della Morte e Sottil ma anche giocatori poi persi nelle serie minori come Di Maggio, Colasante, Amore e Ria, era allenata proprio da mister Rampanti. "Quell'anno purtroppo le cose non girarono bene", spiega Serino, che è il record-man granata degli Scudetti Primavera, avendone vinti due da giocatore (1967-1968) e due da tecnico (1991-1992). "Rimane da parte mia il grande rammarico di non aver potuto guidare i ragazzi in un momento decisivo del campionato, quando dovetti saltare due partite per malattia. Comunque il ruolino di marcia di quegli anni fu eccezionale: tre finali Scudetto in quattro anni, di cui due vinte e una persa, nel 1994, contro la Juventus di un certo Del Piero".

""L'aria che si respirava al Filadelfia era sempre eccezionale, ma si sapeva che di lì a poco avremmo dovuto abbandonarlo" spiega Serino. "Sulle gradinate si vedevano i primi buchi, e allora ricordo che la gente si metteva sotto le tribune e intorno al campo. Una vicinanza incredibile tra i ragazzi e i tifosi. Ma ogni anno era sempre più dura ottenere l'omologazione da parte della Federazione. E infatti a partire dalla stagione 1993-1994 fummo costretti a trasferirci allo stadio "Primo Nebiolo", al parco Ruffini", il ricordo dell'ultimo tecnico del Filadelfia. Il primo allenatore nel nuovo Filadelfia sarà invece Federico Coppitelli: oggi alle 15 l'esordio contro l'Atalanta, in una partita che per molti motivi è un appuntamento da non perdere.