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Antonio Cavallo ‘Avevo scoperto Cicinho’

Il suo passato da giocatore granata s'è fermato alle giovanili, non ha mai esordito nella prima squadra, ma dopo la sua carriera da giocatore è rientrato al Toro come osservatore per poi diventarne il capo...

Redazione Toro News

Il suo passato da giocatore granata s'è fermato alle giovanili, non ha mai esordito nella prima squadra, ma dopo la sua carriera da giocatore è rientrato al Toro come osservatore per poi diventarne il capo negli ultimi anni. Vive a Viareggio con la moglie e le due figlie. Ha gestito il gruppo in modo efficace, a detta sua, soprattutto è riuscito a creare molta sinergia tra i vari osservatori, tutto da rifare dopo il fallimento di Cimminelli.

Antonio rifiuta però la scomoda parola 'Non mi piace dire che il Toro di Cimminelli è fallito, preferisco parlare di debacle della vecchia società'.

Adesso è a spasso in attesa che la nuova proprietà, se mai fosse interessata, si faccia viva 'Non aspiro, a dire il vero, a lavorare per altre realtà calcistiche, mi piacerebbe continuare con il Torino, insieme a tutti gli osservatori che in questi anni mi hanno supportato. Il nostro gruppo è stato forte ed unito, con pochi spiccioli, perché Cimminelli non voleva spendere, abbiamo portato dei buoni giocatori'.

Ci puoi fare qualche nome? 'Mudingayi, per esempio, è stato un mio colpo, l'ho portato io in Italia. In seguito sono arrivati anche Keller e Natsouras, altri due giocatori che ho segnalato a costo zero'.

Di Mudingayi s'era capito che l'aveva scovato Cravero 'No, l'ho segnalato io a Zaccarelli'.

In quale zone hai agito principalmente? 'Ho girato il mondo, in prevalenza però seguivo il Brasile e parte dell'Africa, tra cui il Senegal'.

Quali sono stati i tuoi rapporti con Cimminelli? 'Praticamente nulli, ho firmato un contratto con Zaccarelli e ho sempre lavorato a stretto contatto con lui. I miei inizi sono stati da osservatore, lavoravo per Camolese, occupandomi delle squadre avversarie. Le prime due squadre che ho seguito sono state Cosenza e Crotone, due partite che tra l'altro portarono ad altrettante vittorie. Quando Zac fu nominato responsabile dell'area tecnica al posto di Mazzola, diventai osservatore e poi responsabile di tutto il gruppo. Renato tra l'altro è uno che merita di continuare con il Toro che verrà perché resta un punto di riferimento per tutti. Dovessi consigliare qualcosa alla nuova dirigenza direi loro di confermare il nostro gruppo, cui fa parte anche Franco Ermini'.

Ti sei occupato solo della prima squadra o anche del settore giovanile? 'Ho portato giocatori in tutte le categorie. Il lavoro migliore l'avevo fatto con i ragazzini a partire dai primi anni novanta, dai quali ci aspettavamo molto, invece ora è tutto da rifare. Ci abbiamo messo praticamente sette anni a creare un bel vivaio e adesso...'.

Ti sono capitate occasioni che non sono state prese in considerazione da Cimminelli? 'Parecchie, soprattutto per alcuni giocatori che non erano proprio a parametro zero, come Pandev per esempio. Il caso più eclatante è che avevo scoperto Cicinho un paio di anni fa, quando era ancora sconosciuto, però costava 800mila euro, giudicato caro all'epoca. Pensiamo un po' quanto vale adesso il brasiliano diventato nazionale verde oro. Altri nomi posso fare quelli di Gobbi, Mannini e Masiello. Non si capisce come mai Cimminelli abbia speso dodici miliardi di vecchie lire per Franco e anche per De Ascentis e abbia rifiutato altre occasioni. Però era sempre lui a decidere'.

Ti aspettavi la fine di Cimminelli come patron granata? 'Per me il Toro non era in una situazione così tragica, aveva debiti in prevalenza con lo Stato. Cimminelli ha pagato i dipendenti fino a tutto aprile, se avesse pensato davvero che il Toro non sarebbe stato iscritto forse non avrebbe nemmeno più pagato i dipendenti e i collaboratori. Non vi pare? Comunque ci siamo accorti che la situazione stava peggiorando e a questo punto potevamo solo più sperare'.

Come hai vissuto la lunga estate granata? 'Ho fatto fatica a capirci qualcosa, anche perché sono lontano da Torino, dico solo che un imprenditore come Cairo se si presentava in tempo in ritiro con almeno otto milioni di euro poteva tenersi buona parte dei giocatori e quello era un gruppo che poteva far bene anche in serie A, visto che in fondo l'hanno conquistata sul campo'.

Cosa pensi dei Balzaretti e Mantovani che hanno scelto la Juventus scatenando le ire dei tifosi? 'Mi spiace per le proteste dei granata, ma un giocatore pensa da professionista e non da tifoso. Balzaretti ha avuto l'opportunità di giocare in un grande club e di restare a Torino, ha sfruttato la situazione favorevole. In fondo non è colpa sua per quanto successo'.