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Torino, Miha è sempre lui: altre stoccate in pubblico per chi sta deludendo

Lo spunto / Il tecnico parla chiaro: Boyè, Berenguer e Gustafson devono dimostrare di poter ritagliarsi uno spazio in squadra. Con Baselli il metodo funzionò. Ma la situazione del bresciano era del tutto diversa

Gianluca Sartori

"Un tecnico unico nel suo genere per strategie e approccio alla comunicazione. Sinisa Mihajlovic torna a pungere in pubblico alcuni suoi giocatori e lo fa senza giri di parole. "Boyè, Gustafson e Berenguer non mi hanno convinto: in alcune occasioni li ho fatti entrare nella ripresa e non mi hanno dato ciò che mi aspetto da chi subentra. Se succederà ancora, non giocheranno più per un pezzo". È indubbio che questi tre giocatori non stiano facendo abbastanza per rendersi protagonisti. Il punto è che tutti gli allenatori prima o poi fanno le proprie scelte, ma è decisamente insolito sentire un tecnico puntare il dito in pubblico contro qualche suo giocatore, facendo nomi e cognomi. Mihajlovic, ormai, lo abbiamo imparato a conoscere: è la personificazione della schiettezza, ma a volte ciò che dice ha un secondo fine.

"INVOLUZIONE - In particolare, nei confronti dei tre giocatori sopra citati il messaggio è chiaro: vi state "sedendo" e non ve lo potete permettere, serve una svolta e serve in fretta. Stimolare una reazione dei suoi tre giovani per scuoterli dal torpore e dal grigiore è l'obiettivo di Miha. Boyè, dopo aver illuso all'inizio, si è palesemente involuto, complici anche dei problemi fisici che però ora sono stati messi alle spalle. Berenguer sin qui era stato sempre protetto con il ritornello "è appena arrivato in Italia e deve ambientarsi", ma per ora non ha dimostrato di valere i 5.5 milioni spesi. Gustafson, infine, non riesce a ritagliarsi uno spazio: se non ha giocato titolare in un momento in cui mancavano tre centrocampisti su sei, il rischio di finire ai margini è concreto.

"QUEL PRECEDENTE CON BASELLI - Va detto che il ricorso di Mihajlovic al metodo della stoccata in pubblico ha funzionato con Daniele Baselli. Il celeberrimo invito davanti alle telecamere a "tirare fuori gli attributi se ce li ha", l'anno scorso, fece scattare nell'ex Atalanta quella molla che lo ha portato a completarsi dal punto di vista caratteriale e tattico. Ogni calciatore ha il suo modo di essere e ad un allenatore spetta il compito di trovare la chiave giusta per fare breccia e toccare le corde giuste, a mo' di psicologo.

"SITUAZIONI DIVERSE - Altrettanto vero è che la situazione di Baselli era del tutto diversa, perchè il mediano aveva già fatto capire di avere doti su cui era giusto puntare e doveva solo trovare il modo di metterle proficuamente a servizio della squadra. Per Boyè, Gustafson e Berenguer il discorso è diverso: i tre devono ancora far vedere sul campo di poter essere davvero protagonisti nel campionato italiano. La rotta va cambiata prima di tutto dal punto di vista caratteriale; senza fame, cattiveria e determinazione, anche il più talentuoso dei giocatori fatica ad emergere. Figuriamoci tre ragazzi che devono ancora dimostrare tutto: ed è proprio lì che vuol andare a parare Mihajlovic.