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Toro: Berenguer esterno sinistro, perchè sì e perchè no

Toro: Berenguer esterno sinistro, perchè sì e perchè no

Focus on / La nuova posizione sembra penalizzare il giocatore che continua comunque il suo apprendistato secondo i dettami di Mazzarri

Roberto Bianco

Dall’Osasuna per 5.5 milioni, soffiato al Napoli nel luglio 2017 quando sembra destinato a raggiungere i partenopei per il ruolo di vice-Callejon, Alejandro Berenguer, spagnolo classe ’95, ha vissuto il primo anno in granata tra luci e ombre, pagando assieme al resto della squadra la stagione storta del Torino. Venticinque presenze tra campionato e Coppa Italia, due reti, qualche lampo di bel calcio e qualche passaggio a vuoto nel tridente d’attacco di Sinisa Mihajlovic.

ESAME ROMA - Tutto cambia con il nuovo corso Mazzarri. L’allenatore, fin dal principio del ritiro 2018, investe il giocatore del ruolo di esterno sinistro nel 3-5-2 a tutto campo, verosimilmente con i gradi di secondo, alle spalle del collaudato Ansaldi. Già sul finire del campionato, lo spagnolo era stato provato in quella posizione, contro la Spal alla penultima giornata, risultando decisivo ai fini della vittoria. Le amichevoli con Nizza, Chapecoense e Liverpool mettono in luce qualche difficoltà del giocatore nel trovare i giusti automatismi difensivi. Quinto di centrocampo, costretto ad arretrare il suo raggio di azione, Berenguer, fatica a chiudere e proporsi come tocca a chi deve coprire un’intera corsia. Mazzarri, però, nonostante qualche dubbio sulla tenuta difensiva ("paga qualcosina dal punto di vista fisico") continua a puntarci: "Può giocare a sinistra: da quella fascia può rientrare sul destro e creare soluzioni"). Domenica, contro la Roma, soffre ma regge dietro meglio di quanto si potesse immaginare alla vigilia - contro un altro peso medio come lui, Florenzi, entrambi attorno ai 175 centimetri di altezza -, sbagliando però qualcosa di troppo in avanti, tocchi semplici figli forse proprio delle voci scettiche sul suo conto.

APPRENDISTATO - A fine partita, è il giocatore stesso a dire la sua. “Avevo già giocato in questa posizione in Spagna, all’Osasuna. Mi piace questo ruolo, perché vado in attacco, soffro un po’ in difesa ma mi piace molto. La difficoltà maggiore è sicuramente quella di ricoprire la fascia, perché è lunga e devo stare sia in alto ma pure abbassarmi come un terzino, è difficile”. Applicazione e voglia, almeno per quanto visto alla prima di campionato, non si discutono. In potenza, tecnica individuale e colpi ci sono. Mazzarri predilige giocatori capaci di giostrare su più ruoli, e lo spagnolo potrà tornare molto utile anche a partita in corso, quando si tratterà di aggiungere qualcosa in più nella capacità di attaccare. Intanto, il suo apprendistato da esterno a tutto campo non può che continuare.