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Mbappé primo per stipendi “merit-based”: ecco chi dovrebbe guadagnare di più nel calcio

Mbappé primo per stipendi “merit-based”: ecco chi dovrebbe guadagnare di più nel calcio - immagine 1
La classifica mostra una netta prevalenza di giocatori offensivi, confermando come il modello premi chi incide maggiormente nelle zone decisive del campo.
Enrico Penzo
Enrico Penzo Redattore 

Il CIES Football Observatory, nel suo Weekly Post 521, ha stimato quali dovrebbero essere gli stipendi fissi lordi annui dei calciatori sulla base esclusiva delle performance sportive. Il modello sviluppato analizza tempo di gioco, livello delle partite disputate, frequenza da titolare e ruolo in campo, riuscendo a spiegare circa l’83% delle differenze osservate negli stipendi reali dei giocatori considerati. In cima alla graduatoria svetta Kylian Mbappé, per il quale il salario “meritocratico” annuo è quantificato in 22,8 milioni di euro. Sul podio anche Mohamed Salah e Jude Bellingham.

Il peso del ruolo e le gerarchie emerse

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La classifica mostra una netta prevalenza di giocatori offensivi, confermando come il modello premi chi incide maggiormente nelle zone decisive del campo. Tra i portieri il valore più alto è associato a Thibaut Courtois, tra i difensori centrali a Virgil van Dijk e tra i terzini ad Achraf Hakimi. A centrocampo spiccano João Neves per la zona difensiva/centrale e Dominik Szoboszlai subito dietro Bellingham tra i centrocampisti offensivi. La distribuzione conferma una tendenza chiara: chi determina direttamente l’esito delle partite — gol, assist, creazione offensiva — ottiene un riconoscimento proporzionalmente maggiore anche in un modello puramente statistico.


Il divario con gli stipendi reali e le logiche del mercato

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Il CIES evidenzia come, per alcuni top player, il valore “merit-based” risulti significativamente inferiore rispetto allo stipendio reale percepito. Mbappé, per esempio, risulta pagato dal mercato circa il 40% in più rispetto al salario che deriverebbe dalle sole prestazioni. Un differenziale spiegato dal cosiddetto “superstar effect”: immagine, peso mediatico e capacità di generare ricavi extra-sportivi non rientrano nel modello, ma incidono in modo determinante nei contratti. Il risultato complessivo è un quadro che mette a confronto meritocrazia statistica e dinamiche economiche reali, offrendo uno strumento utile per leggere con maggior lucidità il mercato salariale del calcio moderno.