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Nel 9° anniversario dell’incidente aereo la Chape torna in Serie A!

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Per la città di Chapecó, la domenica scorsa, è stata una giornata memorabile. La Chapecoense è tornata nel Brasileiro di Serie A
Redazione Toro News

di Paolo Quaregna

Per la città di Chapecó, la domenica scorsa, è stata una giornata memorabile. La Chapecoense è tornata nel Brasileiro di Serie A, con modalità rocambolesche, dopo quattro anni di “purgatorio” in Serie B.

Un vero peccato che 24 ore dopo i cuori Granata abbiano dovuto vivere un momento terribile. Il Toro, in casa, nello stadio che porta il nome di “Olimpico, Grande Torino”, ci ha “servito” una delle sconfitte più amare (e difficilmente digeribili) degli ultimi tempi. Comunque... perché non esultare con i nostri fratelli della Chape e festeggiare il loro ritorno in serie A?

Poco meno di un anno fa, nell'introduzione alla nuova edizione del mio libro “Granata rosso e verde” che, come forse i nostri lettori sanno, è dedicato a quei tre colori di squadre unite da un amaro destino, ma caratterizzate anche da una grande capacità di resilienza, scrivevo che, per la Chape, il 2023 era stato anno orribile, con la squadra più o meno sempre in zona retrocessione e, trovandomi con il nostro Franco Ossola a ricordare la tragedia dell’incidente aereo in cui scomparve quasi completamente la squadra sudamericana dissi che: “soltanto un miracolo avrebbe potuto evitare, all'ultimo turno di campionato, la retrocessione in serie C”... poi proseguivo: “Ebbene il miracolo c'è stato: la Chape, nella sua Arena Condá, ha battuto il Vitória primo in classifica e la squadra in lotta con lei, per non retrocedere, ha perso”. Allora, facendo un salto di due anni e approssimandosi il 28 novembre, nono anniversario di quel tragico incidente, la Chape ha fatto un altro miracolo.

Quest’anno aveva condotto un campionato non male e, a metà stagione, dopo un filotto di 10 risultati utili consecutivi era entrata in zona promozione consolidando anche la migliore differenza reti. Poi, inopinatamente, verso fine campionato perde quattro partite di fila scivolando verso il quinto o sesto posto per poi ritrovarsi, a 5 giornate dalla fine, per un “pelo”, nuovamente tra le prime quattro. A questo punto pensai: è fatta (quasi). Ma nelle successive tre partite la Chape riesce nell’impresa di raccogliere il misero bottino di 2 punti: perdendo con América FC, squadra di metà classifica senza più motivazioni...

E come si arriva all’ultima di campionato? Le partite secondo buone tradizioni ormai desuete, si giocano tutte lo stesso giorno alla stessa ora. La Chape è al quinto posto e, per la promozione, non basta una vittoria. Alla stessa ora, Criciúma e Goiás (al 3° e 4° posto) devono perdere. Facile, vero?

La Chape gioca in casa, davanti al suo pubblico che appare in gran festa... E’ il caso di toccare ferro? La mascotte, sempre in tenuta da indiano Kaingang (i primi abitanti di quell’altipiano in cui sarebbe sorta Chapecó), fa il giro del campo tra i torcedores in festa e precede l’allenatore Gilmar Dal Pozzo che tiene per mano due ragazzini. Si tratta di Matheus figlio di Sandro Pallaoro, il presidente che portò la società a quei risultati memorabili una decina di anni fa e di Lorenzo, figlio di Danilo, il “goleiro” che con una parata incredibile al 94° permise alla squadra di accedere alla finale di Copa Sudamericana nel 2016. Un po’ come dire che i campioni, che andarono a morire nove anni fa per conquistare il più prestigioso trofeo che sta nella bacheca della società, sono anche loro allo stadio. C’è aria di un nuovo miracolo.... e la Chape, alle 22.30 del 23 novembre 2025, ora del Brasile, lo ha servito a tutti noi.

Paolo Quaregna