Un aspetto che ha causato chiacchiericcio riguarda la formula del trasferimento. Non è in sé la scelta del prestito con diritto di riscatto a destare perplessità, poiché formula vantaggiosa e priva di rischi, quanto le condizioni per l'acquisto a titolo definitivo. Il Toro verserà 1 milione di euro come onere per il prestito, ma dovrà sborsarne 16-17 qualora volesse proseguire il proprio percorso con Ngonge. Il riscatto è elevato e da qui la considerazione principale: lo scetticismo è lecito. Il Toro ha già raggiunto accordi in passato per cifre simili, ma poi il costo di quanto pattuito in sede di mercato è stata anche la ragione per cui a termine stagione si è giunti all'addio o, nella migliore delle ipotesi, per cui è stato necessario trattare nuovamente a termini scaduti. Qualche esempio: Mandragora (obbligo non scattato a 9 milioni, diritto non esercitato a 14), Praet (15 milioni), Miranchuk (11 milioni), Vlasic (17 milioni per il riscatto, cifra poi abbassata nella nuova trattativa a titolo definitivo), Elmas (17 milioni). L'entità del riscatto di Ngonge non può non rievocare ricordi di prestiti svaniti. Il passato conta, ma va da sé che non può determinare con certezza il futuro. Non si può escludere a priori l'eventualità di un investimento, posto che il belga faccia una stagione tale da convincere a tal punto, o anche la presenza di eventuali gentlemen agreement tra il club granata e il Napoli.
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