Cyril Ngonge è un pupillo di Marco Baroni. Il nuovo tecnico granata lo ha allenato a Verona nella stagione 2023-2024, la migliore del belga in Italia, lo avrebbe voluto con sé anche alla Lazio e lo ha indicato come rinforzo anche per il suo Toro. Avere in rosa un giocatore che tira fuori il proprio meglio sotto una guida specifica ha indubbi vantaggi: la sintonia già in essere, l'abitudine ai metodi di lavoro, la conoscenza delle richieste. Comporta però anche dei rischi per un club. Il Torino ha già percorso la strada dei pupilli in passato e lo sa: Gillet e Barreto con Ventura, Niang per Mihajlovic, Ilic e Tameze richiesti espressamente da Juric. Soffermiamoci sul più recente passato, restando a Juric: i suoi allievi Ilic e Tameze sono stati marginali con Vanoli, altri giocatori già in granata ma debitori al croato come Rodriguez e Djidji hanno salutato insieme al tecnico. Qui nasce il grattacapo. Cosa succede se poi il maestro saluta? Il rischio è ritrovarsi una rosa troppo ad personam, fatta per le preferenze di un tecnico e magari non in linea con le richieste di un eventuale successore, fatta di investimenti che poi possono rivelarsi addirittura vani. Il Toro ha scelto di correre il rischio, il futuro dirà quanto la scommessa sia stata azzeccata.
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