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Gineitis e Radonjic due volti opposti del momento difficile del Toro: il raggio di sole e la nuvola nera sul cielo granata. E poi ci sono gli arbitri. Che nella partita col Frosinone il direttore di gara ci abbia messo lo zampino negli episodi decisivi non c'è dubbio. Sorprende maggiormente la (legittima) reazione di Cairo. Ma quindi se si può protestare per l'arbitraggio di un banale sedicesimo di Coppa Italia perché in questi diciotto anni in cui il Toro ha subito torti ben più gravi non è mai giunta una parola in tal senso dal nostro presidente? Dov'era quando Mihajlovic protestava per l'espulsione di Acquah nel derby di Coppa Italia che portò all'esonero del tecnico serbo? Dov'era quando ci negarono col Monza un rigore solare che ci avrebbe fatto andare in Europa? Dov'era quando Bonucci si permetteva nei derby di andare testa a testa con Rizzoli o Chiellini massacrava il Gallo senza nemmeno uscire ammonito? Si sa che protestare a posteriori conta poco, ma avere una posizione influente in Lega o in Federazione aiuta a fare sì che gli arbitri sbaglino meno nei tuoi confronti. Perché quindi Cairo in 18 anni non ha lavorato per costruire tale influenza invece di finire con il lamentarsi per un arbitraggio negativo contro il Frosinone?
Il momento del Toro è difficile ma tutte le componenti (squadra, allenatore, presidente, tifosi) devono remare dalla stessa parte per invertire l'inerzia negativa che si sta creando. Il problema è che, come ha sottolineato più volte lo stesso Juric, a Torino si è creato un clima di sfiducia nei confronti di Cairo e questa cosa nei momenti difficili non aiuta a fare fronte comune. Il tecnico croato dovrebbe fare come faceva Mondonico: isolarsi dai casini esterni e fare gruppo coi giocatori, gli indiani contro i cowboy, come amava ripetere il Mondo. Non facile, primo perché Juric non è Mondonico, secondo perché i giocatori di oggi non hanno l'orgoglio di quelli di un quarto di secolo fa. Le prossime due partite ci diranno molto sul clima che si respira dentro al Torino FC. Ricordandosi che, se le cose dovessero precipitare, il cambio di allenatore non è la soluzione a tutti i mali. Soprattutto se certi mali hanno radici molto più profonde e lontane…
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.
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