STAGIONE 2010/11

culto
I gol più belli di Rolando Bianchi (parte 3)
Si dice che Franco Lerda avesse già in mano un accordo con il Sassuolo quando ricevette la chiamata del Torino e al cuore non si comanda, anche se il cuore, come in questo caso, finisce per rovinarti la carriera. Comincia così una delle stagioni più assurde della storia pluricentenaria del Toro, piena di situazioni al limite del grottesco. Rolando Bianchi riceve un’offerta molto allettante dallo Schalke 04, ma decide di rimanere granata. La sua assenza nelle prime partite stagionali è dovuta soltanto a problemi fisici. Il Toro arranca, perde le prime due, ma inizia a muovere la classifica in casa contro il Crotone proprio quando Rolando rientra subentrando a Pellicori nel secondo tempo. Il centravanti entra nell’azione del pareggio di Iunco e sfiora anche la rete della vittoria. La gara dopo non brilla, ma i granata vincono in casa del Sassuolo con gli spalti che, a causa dell’introduzione della Tessera del Tifoso, sono la brutta copia di quelli colmi di granata di poche settimana prima. Nella giornata successiva il capitano del Toro ricomincia a segnare.
TORO-NOVARA 1-0
E venne il giorno in cui il Novara scoprì di avere un sacco di tifosi. Che poi in realtà fossero gobbi, milanisti e chi più ne ha più ne metta non è importante: adesso è il momento della gloria per la squadra del presidente Accornero, neopromossa in B, prima in classifica, con un centro sportivo all’avanguardia. Per il Toro è tempo di derisione, di “terza squadra del Piemonte”, di momenti impensabili all’inizio della presidenza Cairo che ora si sono tramutati in realtà. Il pomeriggio della sfida contro i corregionali è comunque dolce per i granata. Bianchi sceglie il momento migliore per ritrovare il gol. E che gol: su lancio di Iunco, Rolando salta al limite dell’area prendendo la mira con la testa come se stesse per calciare di piede. La traiettoria parabolica impressa al pallone scavalca Ujkani e decide una gara caratterizzata da una serie impressionanti di occasioni sprecate da tutte e due le parti e dallo sconcertante modo in cui i granata non chiudono il match rischiando di farsi raggiungere da un avversario ridotto in nove.
TORO-PORTOGRUARO 2-1
Il gol in tuffo di testa di Bianchi su cross di Sgrigna che apre le marcature dopo 3’ è un classico e avrei potuto soprassedere davanti a un gol già descritto, ma è serve per ricordare l’esperienza di lisergica di quell’anno: alla vigilia il Toro era tre punti sotto rispetto al Portogruaro e nel finale i veneti colpiranno una traversa che avrebbe significato il 2-2. Da rimarcare l’apparizione del geniale due aste “Ho speso più io in vino che Cairo nel Torino”.
TORO-VICENZA 2-1
Di questa partita abbiamo parlato qui e quindi mi limito a ricordare l’azione del gol che ci fece illudere che fosse la svolta, essendo giunto in rimonta e a tempo scaduto: lancio di Garofalo, grandissima torre di Pellicori, Bianchi approfitta dell’inspiegabile solitudine in cui l’hanno lasciato i difensori vicentini per stoppare di petto e scagliare un bolide con il destro dopo aver lasciato rimbalzare il pallone. Sfera che gonfia la rete, tutti pazzi, l’unica notte felice del Toro di Lerda.
TORO-ALBINOLEFFE 1-0
Si stanno concludendo due minuti di recupero di un primo tempo francamente orrendo quando succede l’unica cosa da ricordare dell’incontro: Scaglia scende a sinistra e crossa dal fondo, Bianchi svetta con potenza e sbatte il pallone in rete poi esulta facendo ripetutamente il gesto di star zitto a qualcuno, segno di un nervosismo enorme dentro di lui e dentro la squadra che si approccia al turno di campionato da decima in classifica. Qualsiasi brontolio dei tifosi è ampiamente giustificato. La partita va ricordata per quello che succede appena fuori dal terreno di gioco: Emiliano Mondonico ritorna a Torino e viene finalmente accolto come merita dopo la brutta conclusione della sua seconda esperienza in granata. Un mazzo di fiori, sorrisi commossi, “Mondo” per sempre. Gli applausi sono tutti per lui, mentre uno striscione recita “La sedia al cielo vale più di mille coppe. Grazie Mondo”.
PADOVA-TORO 1-1
Nella serie di paradossi che caratterizza l’esperienza di Rolando Bianchi sotto la Mole si aggiunge il fatto che, mentre il suo capitano è fuori per un risentimento all’adduttore accusato poco dopo aver segnato il gol dell’1-1 a Reggio Calabria, i granata infilano una lunga serie positiva molto lunga anche se non sempre entusiasmante (più media inglese che successi consecutivi), ma efficace visto che riporta il Toro al quinto posto, in piena zona playoff. Rolly rientra a Padova nella prima partita del 2011 che chiude il girone di andata. Il periodo di nove gare senza sconfitte sembra fermarsi quando Legati segna in mischia a 20’ dalla fine. Mentre la nebbia inizia a scendere su un Euganeo gelido ci pensa il rientrante capitano a mettere tutto a posto: dopo due tentativi di testa a lato di poco, arriva un capolavoro con controllo di petto e pallonetto al volo di destro, a mio avviso il suo centro più bello con la maglia del Toro.
TORO-PESCARA 3-1
Paradossi, sempre paradossi. Il Toro nel 2011 ha trovato la via del gol solo con Bianchi, ma al tempo stesso non ha ancora raccolto lo straccio di un successo dal rientro in squadra del suo centravanti. In uno stadio in silenzio con la Maratona che lascia il suo cuore vuoto per protesta con le decisioni del Viminale, Rolando si accomoda in panchina. La squadra va sotto per una rete di Diamoutene, ma De Vezze e Antenucci ribaltano la situazione. Bianchi entra in campo al 67’ e 10’ dopo trova la rete della sicurezza, ma è un gol bruttissimo non tanto per l’esecuzione (tocco sporco a porta vuota su centro basso di Lazarevic) quanto per l’esultanza polemica verso la panchina, dicendo “stai muto” a un qualcuno che verosimilmente è Lerda. In quel momento ho avuto uno scollamento verso Rolando: dopo 63 giorni senza vittoria le paginate e le parole sul gesto di stizza dell’ex reggino ce le saremmo risparmiate volentieri, ma quella stagione va così vietando anche la gioia più effimera.
ASCOLI-TORO 0-4
Per l’ennesima volta succede di tutto: Lerda viene esonerato dopo la sconfitta di Vicenza, lo sostituisce Papadopulo per poi essere a sua volta cacciato dopo due ko in due giornate. Le uniche gioie per i tifosi arrivano dal derby di beneficenza “SLAncio per la vita” dove Mondonico si accomoda sulla panchina granata e allena il Toro over 35 e over 45. Junior deciderà la sfida di questi ultimi con un inserimento in corsa da lacrime agli occhi.
Il ritorno di Lerda sembra riaccendere la squadra e ad Ascoli è goleada. Il nuovo corso è riaperto da Bianchi, ovviamente di testa: zuccata a fil di palo su azione d’angolo dopo 7’, incornata all’incrocio su cross di Zavagno al 44’. Stavolta solo sorrisi e abbracci alla panchina. La difesa dell’Ascoli è così terrorizzata che Vasco Faisca fa autogol su uno spiovente su punizione a inizio ripresa nel tentativo di rinviare. Rubinho para un rigore a Giorgi subito dopo poi l’ex Antenucci evita ulteriori patemi trovando il poker con una conclusione a giro. Molti rievocano la rinascita avuta con Colantuono l’anno precedente. We are so back? Le due gare successive con altrettante vittorie sembrerebbero dire di sì, in realtà no. Cinque pareggi in sei partite costringono il Toro a dover battere il Padova all’ultima giornata per andare ai playoff ai danni dei veneti, ma Cuffa e De Paula la pensano diversamente e sprofondiamo nello psicodramma. Bianchi che rientra in campo per scusarsi coi tifosi ed è costretto a tornare indietro perché la gente inizia rabbiosamente a invadere il campo è la scena simbolo di un anno disgraziato.
STAGIONE 2011/12
VICENZA-TORO 0-1
SAMP-TORO 1-2
Se Vicenza era condizionale, Genova è indicativo: il Toro centrerà la promozione. I granata vincono a Marassi contro una Sampdoria che si presentava come favorita ai nastri di partenza, vincono in rimonta e vincono grazie a un cambio da squadra che vuole un successo come raccontato in un episodio precedente. La rete decisiva la segna Rolando Bianchi smarcato da Antenucci che scattato in contropiede passa fra due avversari e serve il capitano con un assist meraviglioso. Rolly ha il pregio di rimanere gelido in un’occasione importantissima. Controllo con il destro, diagonale rasoterra chirurgico e palla in rete per tre punti che profumano di promozione già a fine settembre.
TORO-JUVE STABIA 1-0
Il Toro continua a vincere, casa o fuori non importa. Dopo il successo 3-1 a Verona aperto da un’altra frustata di testa di Rolando Bianchi siamo a quattro di fila con tanto di primato solitario. Contro la Juve Stabia l’aria di prova del nove inceppa gli ingranaggi granata e allora serve un altro colpo del capitano a poco più di 10’ dal termine. Glik, ancora ignaro che indosserà la fascia di Rolando quando questi lascerà Torino, pesca il centravanti con un lungo lancio in area. Il numero nove, perso da Molinari, trova il momento giusto per fermare la sua corsa in diagonale e colpire il pallone con effetto a rientrare sul palo più lontano. La Maratona esplode, il primato è sempre più saldo.
Con cinque gol decisivi in dieci partite Rolando pare il condottiero designato per trasportare la squadra all’agognata promozione, ma bisogna ricordare per l’ennesima volta che questa è una storia di paradossi. Nonostante sia stato decisivo nella partenza sprint granata che sarà fondamentale per la risalita a un certo punto il capitano diventa non più indispensabile per l’impianto di gioco di Ventura. Altri protagonisti si alternano sotto rete, Rolando si sente velatamente messo in discussione e in alcune partite finisce inconsciamente con l’intestardirsi troppo e rifugiarsi nell’egoismo, nel tiro difficile, quasi dovesse dimostrare qualcosa. Nel girone di ritorno talvolta gli viene preferito Meggiorini. Le reti da metà ottobre alla fine del campionato saranno solo tre: il gol dalla sicurezza al Grosseto (di testa, ovviamente) e una doppietta di fame e potenza nella goleada col Gubbio. Un infortunio patito nel decisivo match col Sassuolo costringe Bianchi ad assistere da infortunato alla gara promozione contro il Modena. Nonostante questo senza l’inizio campionato raccontato in precedenza, il Toro non sarebbe partito a tavoletta facendo capire a tutti che quell’anno, finalmente, non c’erano santi e sarebbe salito in serie A.
STAGIONE 2012/13
TORO-PESCARA 3-0
La prima partita interna del Toro di Ventura in serie A è una prosecuzione della serie cadetta con altri mezzi visto che l’avversario è il Pescara con cui ha concluso il campionato a pari punti, ma finendo secondo per differenza reti. Intorno alla mezzora Terlizzi travolge Bianchi a pochi metri dalla porta e il Toro riceve un calcio di rigore dopo più di un anno con espulsione dell’ex Palermo. Che il primo gol granata del campionato tocchi a Rolando sembra cosa fatta, ma Perin respinge e l’onore tocca a Sgrigna, su torre del centravanti, pochi minuti dopo. Festa doppia visto che per lui è anche il primo centro in serie A. Bianchi si consola a metà ripresa una decina di minuti dopo il raddoppio di Brighi quando vola in cielo su traversone da sinistra di Masiello e insacca a fil di palo con l’ennesima perla di testa. Nel finale da segnalare la rabona di Santana.
ATALANTA-TORO 1-5
Forse questa è la partita in cui capiamo di essere realmente tornati nel calcio che conta: goleada esterna all’Atalanta, che per un’ora di gioco si era fatta preferire, e Toro nuovamente nelle notizie principali delle pagine sportive. Dal gol di Gazzi in poi deflagriamo. Bianchi, che aveva già segnato la rete del provvisorio 1-1 dal dischetto, viene lanciato da Stevanovic al 76’, controlla col sinistro e calcia cadendo con il destro. La palla si insacca sotto la traversa per l’1-5, ma Rolly mima il sette con la mano: ha raggiunto una leggenda come Ezio Loik a quota settanta gol in granata.
CATANIA-TORO 2-2
La stagione di Bianchi in serie A è altalenante. Come nell’anno precedente non è più visto come centrale nel progetto tecnico di Ventura che, quando arriva Barreto, opta per far giocare il brasiliano con Meggiorini. Rolando si innervosisce, la sua rabbia si sprigiona sia nel bene, con reti che sono di pura furia dove colpisce il pallone con la voglia di tirare giù la porta seguite da esultanze ferine, sia nel male, con qualche errore di troppo dovuto alla voglia di spaccare il mondo, di dimostrare di poter essere ancora importante della squadra. Alla vigilia dell’ultima giornata Rolando ha raggiunto il rispettabilissimo bottino di dieci reti, miglior marcatore della squadra. Ci si aspetta di vederlo titolare nella gara interna con il Catania dove, col Torino salvo, l’unico motivo di interesse è proprio l’ultima di Rolando davanti al suo pubblico perché a fine stagione il centravanti saluterà. Ci si aspetta di vederlo titolare, ma la distinta reca il nome di Jonathas al fianco di Alessio Cerci. Bianchi siede in panchina, fumante.
Il numero nove si alza per subentrare a Jonathas al 51’ col Toro sotto 1-0 per una rete di Castro e Ogbonna corre subito a mettergli la fascia da capitano. Al 53’ Bianchi serve Brighi che libera al tiro Cerci il quale trova l’1-1 con un preciso diagonale. Lanciato da Darmian, il centravanti ha un’opportunità da destra, poco dopo ma la conclusione è debole. Sembra mettersi tutto di traverso per rovinare la festa a Rolly dall’improvviso gol del 2-1 di Bergessio alla sfortuna con le sembianze di un palo che gli ribatte una precisa conclusione, ma a 6’ dal termine arriva ciò che era giusto arrivasse: sull’affondo da destra di Cerci, Bianchi tocca dentro nonostante l’attacco di un difensore e corre sotto la curva prima del commosso giro di campo finale.
Nella sua ultima intervista da capitano Rolando è emozionato per l’affetto della gente, ma anche rammaricato per un addio “nel silenzio” da parte della società con qualcuno che addirittura faceva fatica a salutarlo. Non ha voglia di fare polemica, ma non può esimersi dal dire che è chiaro chi non abbia voluto la sua permanenza a Torino. Nel frattempo Ventura giustifica l’assenza dal primo minuto di Bianchi con un incredibile “Era l’unica occasione che avevo di vedere Jonathas dall’inizio” per poi dire che preferiva dare al centravanti l’opportunità di subentrare e prendersi la standing ovation invece di farlo partire dal 1’ per poi magari toglierlo. Se l’idea di un nuovo progetto tecnico senza il centravanti delle ultime cinque stagioni ha un senso e sarà vincente visto cosa accadrà la stagione successiva con Immobile, forse l’uscita di scena di un giocatore che tanto aveva dato avrebbe potuto essere gestita meglio.
Alti e bassi, cadute e ritorni, elogi e critiche: le montagne russe dell’esperienza di Bianchi a Torino finiscono qua. Sicuramente rivivere alcune situazioni a freddo ci fa scendere diversi da come ci siamo saliti. La certezza è che ritrovarsi come il giocatore principale del Toro in un momento così tumultuoso non è cosa che tutti sono in grado di gestire: Rolando ci è riuscito e questo è più importante di un gol fatto o di un gol sbagliato. Buona fortuna per tutto, Capitano. Magari un giorno ci incroceremo ancora.
In quanto a tutti noi permettemi di augurarvi buon Natale, cuori granata Teniamo duro, sempre.
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