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17a giornata TORO-ROMA 1-1
A Milano non va bene: decide la sfida Raducioiu, che ci segna il terzo gol in quattro stagioni, sfruttando un errata applicazione del fuorigioco da parte della difesa, poi Baresi evita il pareggio con un clamoroso recupero su Aguilera nelle battute finali che gli frutta una sorta di beatificazione in vita. La frenata continua contro la Cremonese di Simoni, discreta bestia nera, complici gli infortuni: Silenzi la sblocca con un magnifico colpo di testa a una ventina di minuti dal termine, poi Tentoni, allo scadere, ci ricaccia la gioia in gola. Se il ritorno di Coppa Italia contro l’Atalanta è pura formalità, contro il Foggia è sconfitta annunciata: già, perché gli zemaniani non avevano ancora vinto allo “Zaccheria” da inizio stagione, più si avvicinava il momento di giocare con noi, più eravamo certi di quando la legge dei grandi numeri si sarebbe risvegliata. Decide un gol di Mandelli in avvio, festeggiamo il Natale da ottavi a tre punti dalla zona Europa. In campo, nonostante l’impegno profuso da Mondonico che, di fatto, è la società in quel momento, si inizia a patire un pochettino quello che succede fuori, come alcune dichiarazioni in sede processuale di Borsano. Il 1994 inizia in casa contro la Roma a terminare l’andata. L’ultima volta che ci eravamo incrociati c’erano stati tre rigori contro, la doppietta di Silenzi, una Coppa Italia alzata sotto un settore ospiti impazzito. Al Toro mancano nove giocatori, col numero sette esordisce in massima serie Marco Sesia, classe 1970, ex Nizza Millefonti, tifoso granata. Disputerà una partita vera, così come i suoi compagni che si dimenticano delle assenze e giocano alla pari coi giallorossi. Anzi, potrebbero sbloccarla nel primo tempo, ma Silenzi, in spaccata su centro di Sesia, e Venturin, su gran palla di Carbone, sprecano due buone opportunità. Nella ripresa Cesari punisce col rigore un contatto Delli Carri-Rizzitelli e Giannini è freddo come in Coppa Italia, spiazzando Galli, poi la Roma potrebbe chiuderla di rimessa con Hassler che serve Rizzitelli sotto porta e il portiere granata che salva disperatamente di piede. Questo Toro incerottato non merita di perdere e allora ci pensa Carbone chiudendo il girone come l’aveva iniziato, con un gran gol. Azione personale, sinistro dal limite, palla che rimbalza davanti a Lorieri e fa esplodere la Maratona sotto cui Benny vola a festeggiare. Il punto in emergenza fa sorridere, anche se le nubi sul futuro restano, dalla parte delle tribune. Il commendator Vittore Beretta, galantuomo, sponsor e gran tifoso, non sa nemmeno con chi dovrà trattare in futuro, ma si dice sicuro che in Piemonte ci sia la persona giusta per darci il futuro che meritiamo. “Bisogna ancora stanarlo”. A distanza di ventisette anni, possiamo dire che si sta nascondendo bene.
Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (o meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l’eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e…Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata.
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