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Ezio va via da signore con una nota elegante e intensa: “Oggi ogni parola è di troppo e rischierebbe di alimentare polemiche inutili di cui il Toro non ha bisogno. Un sincero augurio alla squadra affinché possa confermare nei playoff l'attuale posizione in classifica che porterebbe, dopo mesi di lavoro e sacrifici, alla serie A con immensa gioia dei suoi fantastici tifosi, di Cimminelli e mia”. “Zac” arriva deciso a non fare sconti e appianando qualsiasi gerarchia visto che, nel mini-torneo che il Toro si appresta a cominciare, c’è bisogno di tutti. L’inizio contro l’Albinoleffe, però, è da brividi lungo la schiena: dopo una trentina di secondi Rantier si ritrova solo davanti a Sorrentino e lo batte con freddezza. Pochi minuti dopo il portiere granata deve salvarsi con affanno su una conclusione velenosa di Colombo che avrebbe gettato i granata in un incubo. Invece al 16’ un erroraccio del portiere Acerbis permette a Quagliarella di rubargli palla e pareggiare. L’inaspettato regalo sblocca i granata che a fine tempo ribaltano il risultato col rientrante Conticchio che, su invito di Carbone, supera di testa il diretto avversario e insacca al volo in scivolata. Qualche minuto prima il tabellone del “Delle Alpi” aveva segnalato che il Genoa stava perdendo a Piacenza. Qualcuno inizia a credere addirittura nella promozione diretta. La ripresa vede un Toro giocare in tranquillità anche se la rete del 3-1 arriva solo nei minuti finali con Bruno. L’attenzione maggiore è rivolta alle notizie da Piacenza: il Genoa ribalta con Stellone e Marco Rossi mettendo le mani sulla promozione matematica, ma una punizione di Di Vicino a 4’ dal termine rimette tutto in gioco con una coda infinita di polemiche e veleno e una grossa rissa finale. Mentre l’Empoli festeggia la promozione matematica, il Toro si ritrova a meno due dai rossoblù e con una fievole speranza di agganciare ancora la A diretta. Se Cimminelli è arrabbiato per l’immancabile contestazione alla società, Zaccarelli elogia i tifosi per come sono stati vicini alla squadra anche dopo lo svantaggio lampo e tratta quasi come un fastidio lo spiraglio aperto per la promozione senza passare dagli spareggi. A Treviso bisogna comunque vincere per blindare il terzo posto, fondamentale per i playoff.
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L’ultimo turno prevede che il Genoa ospiti il Venezia già retrocesso ed è un fiorire di paure, speranze e voci di premi a vincere per i lagunari. La squadra allenata da Andrea Manzo gioca con spirito più libero da quando è in C1, secondo il centravanti Guidoni, ma sembra davvero difficile pensare che non perda a Marassi contro Milito e compagni. Eppure il timore di non farcela è lì e verrà pagato caro, in tutti i sensi. Ci potrebbe essere addirittura un caso in cui, pur col Genoa non vincente, il Toro sarebbe ugualmente terzo: pareggio degli uomini di Cosmi, sconfitta dell’Empoli a Bari e mancato successo del Perugia a Bergamo. Con Empoli, Genoa e Toro a 74 sarebbe la differenza reti della classifica avulsa a penalizzare i granata. Meglio non pensarci. A Treviso i veneti, già qualificati ai playoff, fanno turnover ed è la terza rete consecutiva di Bruno, che incorna nel sacco un perfetto cross di Balzaretti a inizio secondo tempo, a valere tre punti e terzo posto, nonostante una prova non brillante. Nel frattempo a Marassi succede di tutto e per una manciata di minuti i granata si ritrovano addirittura in serie A: al vantaggio di Vicente rispondono Milito nel recupero del primo tempo e Marco Rossi a inizio ripresa, ma Lulù Oliveira, al 60’, sigla il 2-2 che fa sudare freddo il Grifone. Dura pochi minuti perché il “Principe” Milito sigla quasi subito la rete che vale vittoria e promozione. Di lì a qualche giorno un dirigente lagunare verrà fermato con una valigia con all’interno il contratto di vendita del calciatore Maldonado al Genoa e 250.000 euro, ma questa è un’altra (incredibile) storia. La coscienza è a posto, i giochi sono fatti. In semifinale al Toro toccherà l’Ascoli, al Perugia il Treviso. Inizia un nuovo torneo, iniziano momenti per cuori forti. Saranno notti torride.
(Continua…)
Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (0 meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l'eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e...Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata.
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