Nei giorni che anticipano la partita, mentre radio mercato ci accosta a Masinga e a Kovacevic in caso di promozione, “Camola” deve iniziare a fare la conta degli assenti visto che mancheranno Fattori, Pinga e Capitan Asta per attacchi influenzali. Sarà Franco Semioli a sostituire l’ex monzese trovando l’atteso esordio dal 1’ dopo vari spezzoni. La fascia da capitano passa sul braccio di Brambilla. Proprio un girone fa iniziavamo la rimonta con una soffertissima vittoria in casa contro il Ravenna: da quel momento otto vittorie consecutive e poi 45 punti totali, media pazzesca. Bisogna chiudere il cerchio.
LEGGI ANCHE: Toro-Viola 3-1: sogno di una notte di fine estate
Al “Benelli” di Ravenna il pomeriggio è molto caldo e anche il settore ospiti lo è, tanto che sembra di giocare in casa visto che i tifosi giallorossi sono pochi e comprensibilmente abbacchiati vista la situazione societaria. La squadra è ancora in grado di tirare fuori una certa dose di orgoglio come dimostra la sconfitta in casa della Sampdoria nel turno precedente, maturata solo nell’ultimo quarto d’ora, ma i punti nel girone di ritorno sono solo sette. Camolese schiera un 3-4-1-2 con Cudini, Galante e Delli Carri davanti a Bucci, Semioli e Castellini esterni, Brambilla e De Ascentis al centro e Maspero dietro a Calaiò e Schwoch.
La partita inizia lenta, ma da metà primo tempo in poi il Toro crea quattro grosse occasione, di cui tre sventate alla grande da Gilbert Bodart, ex portiere della nazionale belga, zio di Arnaud (attualmente portiere dello Standard Liegi) e che una volta smesso di giocatore vivrà qualche situazione a dir poco tumultuosa. In quel momento è “solo” lo spauracchio che si frappone tra i granata e la vittoria, ma non è nulla rispetto a Krasimir Chomakov, centrocampista bulgaro con diciotto presenze e cinque reti in nazionale che dopo l’esperienza ravennate alternerà Grecia e Boca San Lazzaro, Cremonese e Spartak Plovdiv prima di chiudere all’Atletico Castenaso Van Goof, la squadra che iscritta in Terza Categoria dagli autori di Quelli che il Calcio (“Van Goof” è la parodia del cognome dell’astrologo Peter Van Wood, famoso per sbagliare parecchi pronostici) che continuò l’esperienza calcistica anche dopo la fine di quella televisiva arrivando persino in serie D.
Prima di intraprendere questa carriera degna di Football Manager, Chomakov si incarica di battere una punizione allo scadere del primo tempo. Siamo vicini ai trenta metri, ma il destro dell’ex Cska Sofia è al fulmicotone, perfora una barriera non esente da colpe e si insacca alle spalle di Bucci. Gol balordo, Toro sotto e Dondarini fischia la fine del primo tempo. Alla faccia dei soliti noti che prevedevano un Ravenna morbido, rassegnato, addirittura ammiccante visto che Bizzarri, segretario del Toro, aveva lavorato lì: le solite stronzate da bar annullate dai fatti. Come nel 99% dei casi dobbiamo sudarcela ed è giusto così.
LEGGI ANCHE: Sergiu e Giulio: storia di un cambio
Il Toro torna in campo nella ripresa spento e con le idee appannate, tanto che dalle gradinate arriva anche qualche coro non proprio benevolo. La difesa del Ravenna a un certo punto si ritrova un tentativo di aiuto di un tifoso che invade il campo e si piazza in area, prima di essere allontanato con ritardo dagli addetti alla sicurezza. Al 69’ la storia cambia. Riccardo Maspero, sin lì al di sotto dei suoi soliti standard, regala un assist a Calaiò che stoppa e gira splendidamente col sinistro verso la porta di Bodart, ma colpisce in pieno la traversa. In quel momento una partita storta diventa memorabile perché il rimbalzo cade esattamente sul piede del futuro Arciere che insacca a porta sguarnita.
Visti i risultati degli altri campi e come si era messa il pareggio potrebbe anche bastare e farci contenti. Così la pensa il presidente Romero in tribuna, mentre l’addetto stampa Chiuminatto, stando ai giornali, tira fuori una curiosa cabala che si potrebbe riassumere in “quando vince Schumacher vinciamo anche noi, la Ferrari oggi ha vinto all’ultimo giro e noi vinceremo all’ultimo minuto”. Bodart si oppone ancora su Calaiò, ma l’esito della profezia chiuminattiana si compie al 92’.
Un pallone schizza ai venticinque metri, posizione centrale. La difesa ravennate c’è, ma non è piazzata benissimo e quindi il tiratore in arrivo ha la possibilità di calciare con una certa libertà, ma è un attimo mandare la palla in tribuna per essere arrivato con troppa foga o con piede poco educato o col corpo coordinato male. Nessuna di queste caratteristiche è vestita da Riccardo Maspero che arriva coi passi giusti e un sinistro magico che colpisce il pallone mantenendolo basso e secco. La rete si gonfia e inizia il delirio. Ricky si toglie la maglia e la sventola come una bandiera mentre corre dalla parte opposta del campo per festeggiare coi tifosi in un abbraccio che continuerà anche durante il ritorno a Torino, nelle tappe agli autogrill. Il Ravenna schiuma rabbia, sempre per quel discorso della squadra rassegnata che stende i tappeti rossi, tanto che Bodart si reciderà un tendine dando un pugno a una porta nello spogliatoio e mettendo a rischio la sua carriera (per fortuna giocherà ancora al Beveren).
LEGGI ANCHE: La mirabolante rete di Pasquale Bruno
In conferenza stampa Camolese cerca di mantenere la calma sia davanti alle accuse di scarso spettacolo (ma si vede come a volte vincono le altre? Ma ci si rende conto del caldo che faceva? E, soprattutto, non si è ancora capito come queste partite non siano trappole?) sia di fronte all’entusiasmo che la nuova classifica genera. Il Toro allunga sul quinto posto (la Samp non andrà oltre il pareggio nel posticipo col Siena, il Cosenza perde col Chievo) e supera il Venezia battuto a Piacenza salendo al terzo posto e facendosi la sosta in pace. Ci aspettano ancora cinque battaglie e anche senza sapere che ne vinceremo quattro siamo sicuri che il momento stesso in cui il pallone scagliato da Maspero ha gonfiato la rete avversaria è stato quello che ha fatto iniziare a tirare fuori le bottiglie dal frigorifero, quello che ti dice che sta per cominciare la festa, che i sacrifici fatti non sono stati inutili e sarai felice per un po’. Ed è bellissimo.
Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (o meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l'eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e...Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata.
Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
/www.toronews.net/assets/uploads/202304/475c0ecafff548ff33e475aee02499f0.jpg)
/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)