Nel secondo tempo un acclamatissimo Emiliano Mondonico guida gli assalti granata per chiudere il match e ci riesce in prima persona al 59’ sfruttando al meglio il suggerimento di Facchin e triplicando con un preciso rasoterra che segue la rete decisiva contro il Pisa alla prima di campionato la domenica precedente. A 5’ dal termine un calo di tensione riporta in partita la compagine albanese che accorcia le distanze con Bejko. Si serrano i ranghi e si aspetta il fischio finale dell’arbitro cecoslovacco Krnavec: il Toro passa il turno, il pubblico esulta e sta per lasciare lo stadio, ma poi, improvvisamente, si ferma perché qualcuno in campo non è d’accordo. Il Partizani attornia l’arbitro e chiede che prosegua la gara visto che i gol in trasferta valgono doppio e quindi la rete di Bejko, secondo questo ragionamento, ha portato il risultato totale sul 3-3 fra andare e ritorno. Il direttore di gara cerca di spiegare come questa cosa sia valida solo in caso di parità totale, ma invano: i giocatori non se ne vanno, i dirigenti preannunciano reclami all’Uefa. Il diplomatico albanese Foto Sifroni, in veste di accompagnatore degli ospiti, perde la testa e urla a Krnavek che l’Unione Sovietica ha fatto bene a invadere la Cecoslovacchia. Il parapiglia interessa anche i tecnici con un esagitato Resnja che arriva quasi alle mani con Edmondo Fabbri, lo chiama “matto” e dice che se questo screzio fosse accaduto in Albania sarebbe finita come in un match di pugilato.
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Il 1968 è un anno di grande cambiamento, di sogni e di drammi. La succitata invasione della Cecoslovacchia da parte dell’Unione Sovietica è fra questi ultimi e ha ripercussioni anche sul calcio. Urss, Germania Est, Ungheria, Bulgaria e Polonia si sono ritirate per protesta contro la decisione di cambiare gli accoppiamenti del primo turno e con quattordici squadre rimaste è necessario un sorteggio per far passare d’ufficio due formazioni ai quarti di finale. L’urna sorride al Toro che, come il Barcellona nella stessa competizione e Milan e Benfica in Coppa dei Campioni, salta gli ottavi. Lo sguardo della dea bendata si distoglie in fretta dai granata che a febbraio si ritroveranno di fronte allo Slovan Bratislava che alzerà il trofeo: fuori, seppur con onore. In questi anni il calcio è cambiato e la regola delle reti in trasferta “che valgono doppio” è diventata anacronistica tanto che nel 2021 è stato giustamente deciso di toglierla. Qualcuno ha provato a ribellarsi evocando quando l’erba era più verde, ma la realtà è che lo spettacolo ne ha giovato e le partite finite ai supplementari o ai rigori sono state meno di quanto si pensasse o temesse. A oggi non ci sono notizie di squadre che abbiano avuto dubbi su come sia realmente finita una partita.
Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (0 meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l'eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e...Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata.
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