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Il rigore è ineccepibile, ma Maspero non lo calcia molto bene e il portiere Cesaretti devia contro la traversa. Il fantasma delle Pasque passate si inizia ad aggirare sull’Ezio Scida sussurrando che, negli ultimi dieci anni, solo a Lecce, patendo le pene dell’inferno e con Galli che para un rigore al 90’ a Baldieri, è arrivato il successo. I pensieri cupi dei tifosi durano lo spazio di un intervallo. Al ritorno in campo il Toro spazza via il malumore dopo una manciata di minuti ed è proprio Riccardo Maspero a rendersi protagonista di un immediato riscatto. L’ex cremonese ha una palla buona in area, ma sul piede sbagliato. La decisione del grande giocatore è non provare il tiro, alzare la testa e vedere chi è meglio piazzato. Al centro c’è Calaiò e quindi non resta che scodellare il cross perfetto per la testa del giovane attaccante che schiaccia in rete un pallone importantissimo. Il Crotone si riversa in attacco, il pubblico si scalda e protesta spesso a caso. Fumogeni in campo, qualche problema per i dirigenti sugli spalti, ma la cosa più importante è che il Toro resista. Al 68’ Camolese butta nella mischia anche Diawara che si ritrova a partecipare anche all’azione del possibile 2-0 non concretizzato da Maspero, ma il finale è pura sofferenza e lotta, di quelle belle (se porti a casa i tre punti, ovvio). Quando l’arbitro fischia la fine la festa è doppia: il Toro vince e si ritrova primo in classifica a causa dei risultati concomitanti, seppur in coabitazione col Piacenza. Quando Camolese si sedette sulla panchina granata in autunno eravamo in zona retrocessione. Il Toro vincerà quel campionato, Calaiò segnerà ancora una rete fondamentale a Ravenna, Camolese sarà addirittura messo in discussione per avere mantenuto la schiena dritta con la società sulla possibilità di schierare Mauro Bonomi in una sorta di prequel di ciò che succederà l’anno successivo con Marco Ferrante. Ma quello è il futuro, il presente è una Pasqua con i fiocchi. D’altronde se in panchina hai il Re del Sabato Santo non può essere altrimenti. Qualche giorno fa ho saputo, con involontario ritardo, che è mancato Vittorio Massano, il mio dentista e cuore granata come ce ne sono pochi. Ogni volta che andavo da lui era un parlare di passato, presente e futuro del nostro Toro ed è anche stato uno spunto per un paio di episodi di Culto come la vittoria in Coppa Italia contro il Milan al Fila nel 1961. Gli dedico le puntate di Culto passate, presenti e future. Mi mancherà.
Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (o meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l'eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e...Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata.
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