toronews columnist La Lavagnetta Granata: dieci anni d’attesa per riscrivere la storia

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La Lavagnetta Granata: dieci anni d’attesa per riscrivere la storia

Riccardo Levi
Dieci anni dall’ultimo trionfo, trenta dall’ultima vittoria in casa loro: il derby di Torino non è solo una partita, ma la sfida tra chi soffre e chi domina. Stasera il Toro gioca contro la storia, con il cuore e per il suo popolo.

Dieci anni.

Dieci lunghi anni da quel 26 aprile 2015, quando i colpi di Darmian e Quagliarella ci regalarono l’ultima gioia in un derby. Da allora, solo amarezze, beffe, rimonte subite e quella sensazione di impotenza che accompagna chi troppo ama. Eppure ogni volta, quando arriva la settimana del derby, il cuore granata ricomincia a battere più forte, come se tutto il resto non contasse più nulla.

Sono passati trent’anni dall’ultima vittoria “in casa loro”, nel 1995. Dieci anni prima che nascessi. Trent’anni di attese tramandate di padre in figlio, di racconti che profumano di leggenda e malinconia. Oggi che di anni ne ho praticamente venti, mi trovo a scrivere di un derby che, in casa loro, non ho mai visto vincere, ma che sogno di vivere come fosse il primo amore: con la paura di soffrire e il desiderio di non svegliarmi mai.

Non è solo una partita. È la battaglia tra il colore e il bianco e nero, tra chi vive di passione e chi di potere, tra il popolo e i padroni, come disse giustamente Siniša. È il richiamo di un’appartenenza che non si sceglie ma ti nasce dentro, marchiata nel sangue e nel cuore. Baroni e i suoi lo sanno: non basta il modulo giusto o la tattica perfetta, serve quella voglia che trasforma i limiti in una forza sovrumana, quella dedizione che fa correre anche quando non hai più fiato, quel coraggio che porta a credere nell’impossibile.

Perché questo derby non è solo Torino contro Juventus.

È Torino contro la sua storia recente, contro la rassegnazione, contro il tempo che ci ha tolto il gusto di sognare.

Ed è per questo che stasera, più che mai, vogliamo vedere undici uomini giocare per riscrivere un destino.

Non per cancellare dieci anni di silenzi, ma per farli esplodere tutti insieme perché: c'é una bandiera che sventola ancora, il suo colore é il più bello che c'é.La birra in mano e il granata nel cuore, perché Toro sei tutto per me.