La scossa granata

Toro seduto

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"Incubo granata, tornano i problemi irrisolti". Torna "La Scossa granata" di Michelangelo Suigo
Michelangelo Suigo Columnist 

​La tremenda sconfitta con l'Atalanta (0-3) ha riacceso gli incubi dei tifosi granata. La mazzata è stata  un'amara conferma di quanto si era già ampiamente sperimentato in questo inizio di stagione: un Toro smarrito, che non sembra avere un'identità nè un'idea di gioco. La partita con i bergamaschi dell'ex allenatore granata Juric (beffarda la sua rivincita) è stato un vero e proprio incubo, con i giocatori di mister Baroni annichiliti da 3 gol in otto minuti, tra il 30' e il 38', totalmente incapaci di reagire. Il match si è giocato in un clima surreale, con la contestazione al Presidente Cairo che ha dominato il pre partita e poi tutti i 90 minuti.

​Le parole del tecnico Baroni prima della partita, che invocava "atteggiamento, attenzione e ferocia agonistica", suonano come una beffa imbarazzante. In campo, infatti, si è visto l'esatto contrario: una squadra fragile, disorganizzata, totalmente priva di grinta e determinazione.

​Un inizio da dimenticare

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​I numeri parlano chiaro e sono impietosi: quattro partite, quattro punti, con due sconfitte, un pareggio e una vittoria. Un bottino decisamente magro. A preoccupare, in particolare, è il divario tra gol subiti (otto) e quelli segnati (uno), un segnale di una fragilità difensiva evidente e di un attacco che fatica tremendamente a rendersi pericoloso. La difesa, dopo aver dato qualche segno di saldatura, è ripiombata negli orrori del 5-0 con l'Inter. Neanche la vittoria in trasferta contro la Roma, seppur preziosa, ha dissipato tutti i dubbi. Il gioco latita, le idee sembrano confuse e i continui cambi di modulo e di uomini in corsa non fanno che aumentare la sensazione di un tecnico che brancola nel buio, ancora incapace di trovare il bandolo della matassa e di dare un gioco e un'identità ai suoi giocatori.

​Dove è finito il cuore granata?

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​La domanda che molti si pongono è: dove è finito il "tremendismo" e il "cuore granata"? Quell'attitudine combattiva, quella capacità di non mollare mai che ha reso il Toro un avversario temibile e un simbolo di resilienza. Al momento, l'impressione è che la squadra non abbia compreso l'importanza di questi valori. La "ferocia agonistica", è una questione di mentalità. L'unico a provarci davvero è Simeone, il quale però continua ad avere nelle gambe solo un'ora di gioco. La pazienza dei tifosi ormai è finita, e l'urgenza di vedere una svolta concreta è sempre più forte. Ora non bastano più le parole, servono i fatti. Bisogna ritrovare la rotta, la giusta attitudine, e il cuore granata.

Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.

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