tor columnist lasciarci le penne Il Toro dei giovani di Giacomini e la crisi della Nazionale Azzurra

Lasciarci le penne

Il Toro dei giovani di Giacomini e la crisi della Nazionale Azzurra

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Nuovo appuntamento con "Lasciarci le penne", la rubrica su Toro News di Marco Bernardi: "Scelte impopolari per rilanciare il calcio nostrano"
Marco P.L. Bernardi
Marco P.L. Bernardi Columnist 

La Locomotiva

Francesco Guccini

dall'album Radici - 1972 EMI Italiana

"La Locomotiva", canzone bandiera di Guccini, racconta la vera storia del ferroviere anarchico Pietro Rigosi che nel 1893 alla guida di una locomotiva si lanciò in una corsa suicida di protesta. Il mezzo venne deviato lungo un binario morto alla fine del quale si schiantò: nel brano l'impatto risulta fatale, nella realtà  Rigosi sopravvisse, seppure gravemente menomato. Il verso che chiude la prima strofa, "Gli eroi son tutti giovani e belli", mi è venuto in mente sentendo parlare in questi giorni di Nazionale e Mondiali. Si è appena svolto il sorteggio che ha stabilito il cammino degli Azzurri verso la kermesse iridata dell'anno prossimo in Canada, Messico e Stati Uniti. Si parla di quante chances avranno i nostri rappresentanti di farsi strada contro l'Irlanda del Nord (in casa) e, in caso di successo, contro la vincente tra Galles e Bosnia (in trasferta). Si cerca di pronosticare, si spera nella buona sorte che è già intervenuta evitandoci le corazzate Polonia, Romania e Svezia, ci si chiede se il cammino sarà finalmente quello buono per riportarci a disputare la massima competizione, dalla quale manchiamo da due edizioni.

La natura stessa di queste domande è testimone del momento difficile (e prolungato) vissuto dai nostri colori: stiamo parlando di sfide contro team che un tempo sarbbero stati considerati onesti comprimari, da battere agevolmente per affrontare gli avversari di peso. Avversari che oggi ci terrorizzano, evocando il fantasma della Macedonia del Nord che ci sbatté fuori dal mondiale in Qatar. Tutti auspicavano un buon sorteggio, ma non è un problema di sorteggio, il nostro. E' un problema profondo che ha relegato ai minimi termini la presenza dei giocatori italiani nelle formazioni di serie A, il problema di un sistema che non riesce a valorizzare i giovani virgulti italici costretti ad anonime gavette nelle serie minori, dalle quali è difficile risalire e nelle quali è complicato farsi notare. Dimenticandosi che "Gli eroi son tutti giovani e belli" e che su di loro si basa il futuro. Nel 1982 l'Italia vinse i Mondiali con una squadra fantastica che fa ancora sognare al ricordo, squadra che arrivava da anni di autarchia calcistica (soltanto nel 1980 si erano riaperte le frontiere a un solo straniero per squadra, dopo 15 anni di chiusura totale), durante la quale le formazioni si arricchivano di giovani promesse: noi granata eravamo reduci dalla stagione guidata da Massimo Giacomini, mister che di ragazzi ne schierò tanti e li fece emergere. Nella Nazionale di Bearzot brillò la stella di Giuseppe Bergomi che di anni ne aveva 18 e disputò una grande finale senza tremare: lo supportavano giocatori esperti che permettevano a chi stava iniziando di affrontare l'impegno senza eccessiva ansia. Io, ragazzino, sognavo che in quello squadrone azzurro ci fosse posto, oltre che per Dossena, anche per Dante Bertoneri, il mio mito dell'epoca, uno che venne buttato nella mischia della serie A appena maggiorenne e offrì giocate di classe cristallina.

Non c'è una ricetta per risolvere immediatamente il problema: in formazioni composte da uomini provenienti da decine di nazionalità diverse, i rari italiani si perdono. Bisognerebbe garantire una quota "Azzurra" obbligatoria: almeno cinque giocatori italiani su undici, dei quali due under 21. Scelta impopolare, antieconomica e, almeno in apparenza, liberticida. Ma quasi obbligata, se si volesse salvare il calcio made in Italy che continua a seguire una parabola discendente di cui non si vede la fine, eccettuata la lieta parentesi del successo agli Europei nel 2020. Se, per caso, la Nazionale dovesse perdere per la terza volta il treno dei Mondiali, il danno sportivo e di immagine sarebbe gravissimo. In chiusura, una piccola parentesi extracalcistica: si è appena chiusa la festa delle ATP Finals e già si parla di spostare dal 2027 la sede a Milano, proposta come più grande e più attrattiva. Le istituzioni sabaude proteggano Torino e si battano per mantenere l'evento: la città lo merita.

Autore di gialli, con "Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri" ha vinto l'edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l'antica passione per il Toro e l'amore per la letteratura e la canzone d'autore.

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