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tor columnist lavata di capo Aridateci Vanoli

LAVATA DI CAPO

Aridateci Vanoli

Mario Giordano
Il pensiero di Mario Giordano dopo la cocente disfatta subita dai granata a San Siro
Mario Giordano

Scusi, caro Baroni, se mi permetto una domanda. Ma sono rimasto perplesso dalle sue parole del post partita: davvero pensa che per trovare la cattiveria sia necessario prendere cinque gol a San Siro? Non si poteva metterla subito in campo, la cattiveria? Che avete fatto in queste settimane di preparazione? Come passavate il tempo in ritiro? Avete giocato al buon samaritano? Alla crocerossina? A carezzina carezzina come sei dolce stamattina? Come ci si può presentare alla prima di campionato così molli, prenderne cinque, e poi dire: “Eh, ma questo  ci aiuta a trovare la cattiveria”?

Mi pare che lei (a differenza del suo predecessore Paolo Vanoli) non abbia capito nulla di che cos’è il Toro. Perché il Toro la cattiveria ce l’ha dentro. Il Toro è tremendismo. Rabbia antica. Furore radicato nell’anima. Il Toro è Ferrini e Ferri, Agroppi e Annoni, è gente che la cattiveria ce l’aveva tatuata sul cuore, non aspettava di prendere cinque gol per andarla a cercare al mercato.

A San Siro non abbiamo visto il Toro e nemmeno il Torello, non abbiamo visto nulla, non abbiamo visto un fallo, una reazione, una scintilla, uno sguardo insanguinato. La totale mancanza di gioco e di idee, la qualità scarsa e le giocate da parrocchia, alla fine paradossalmente sembrano il problema minore. Perché quello che preoccupa davvero è l’assenza dello spirito e della rabbia, quell’abulia mesta ben rappresentata dal suo atteggiamento spento durante la partita e ancor più dopo la partita, quando con l’espressione feroce quanto un’ameba, ha detto: “Questa sconfitta ci deve aiutare a trovare la cattiveria”.

Una frase e un comportamento che dimostrano quanto lei non abbia capito nulla del Toro. Come può insegnarlo ai ragazzi che allena? Aridateci Vanoli.