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L'EDITORIALE

Organizzazione batte confusione 5-1

Organizzazione batte confusione 5-1 - immagine 1
Torna "L'Editoriale" del direttore Gianluca Sartori: "L’umiliazione subìta non è un incidente di percorso ma un campanello di allarme, perché..."
Gianluca Sartori
Gianluca Sartori Direttore 

Il Como ha una potenza economica fuori scala e ha speso molto sul calciomercato. Ma lo ha fatto bene, attorno a un progetto tecnico preciso. Ora può contare su una batteria di talenti quasi tutti compresi tra i 20 e i 23 anni di età, ragazzi che possono rappresentare il futuro ad alti livelli del club o essere venduti per accrescere ulteriormente la dimensione economica del club. Nemmeno il Toro ha speso poco, negli ultimi anni, seppur potendo contare su un budget decisamente inferiore. Ma lo ha fatto male, puntando le proprie fiches su giocatori deludenti, senza seguire una pianificazione precisa. Quest’estate abbiamo assistito a troppi cambi di rotta tra estate e inizio autunno: prima il mercato era stato pensato attorno al 4-2-3-1, poi il cambio di rotta sul 4-3-3, infine si è passati al 3-5-2.

Si parte da qui per spiegare il 5-1 di ieri: le idee poco chiare in cabina di regia si riflettono sempre sul campo. L’umiliazione subìta non è un incidente di percorso ma un campanello di allarme, perché non è la prima in questo campionato. Già con Inter e Atalanta era successo qualcosa di simile, con il Toro che – nei momenti più duri – invece di serrare i ranghi e rimanere aggrappato alla partita ne è completamente uscito. Le responsabilità, come sempre in questi casi, sono di tutti. Di chi va in campo e molla troppo facilmente, anzitutto: le assenze pesanti vanno messe nel computo dell’analisi, ma chi ha giocato – soprattutto chi è entrato nella ripresa – ha gettato al vento la sua occasione e merita dunque di essere ritenuto una seconda linea. Torna in discussione anche la gestione tecnica, perché certi problemi sembravano superati, ma non è così, e la tenuta psicologica del gruppo rientra sotto la responsabilità di Baroni. Di fondo, tuttavia, resta la sensazione che la differenza con il Como sia dovuta alla differenza di gestione societaria, al di là del discorso economico: da una parte l’organizzazione, dall’altra la confusione.