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Sembrerebbe sia stato dato, agl’italiani, il compito di mettere in crisi il concetto di divinità terrena. Gli azzurri di Bearzot lo fecero allo stadio “Sarrià” ai mondiali del 1982, dove un Brasile di semidei fu riportato alla realtà, in una partita che nella terra dei “Sambodromo” non dimenticheranno mai più. Dal 6 marzo una “posse” di italiani sfideranno “Team New Zeland”, portavoce di una nazione dove perfino i kiwi saprebbero “timonare” una barca a vela. Parrebbe un’impresa improba portare la “Vecchia Brocca” in Italia, ma niente è più seducente di un’impresa dai contorni impossibili. Ma vorrei si fosse, almeno tra noi italiani, consapevoli di una spinosa e atavica questione. Se “Luna Rossa” non dovesse riuscire a trovare il bandolo della matassa di questa coppa, allora tutti diranno come la vittoria tra gli sfidanti sia stato un semplice colpo di fortuna. Se invece l’impossibile si realizzasse, e dopo le congratulazioni ricevute rigorosamente a denti stretti, vedremo, con il passare del tempo e in crescendo, venir fuori delle strane e torbide storie sulla nostra eventuale affermazione in una delle competizioni più antiche e prestigiose del mondo. Usciranno prima dei mormorii, poi articoli di giornali, poi qualche libro”retroscenista” assurto magicamente a best seller, in cui si ipotizzerà il quasi certo malaffare nascosto tra le pieghe perfette della chiglia della nostra barca a vela (camorra, cosa nostra, ndragheta? Scegliete voi). Ci vedono come un Paese da retrovia, e se proprio devono assumere l’atto di dover prendere ogni tanto qualche lezione da noi, allora sarà meglio svicolare con il pessimo stile di Johan Cruijff, che da buon olandese non ci sopportava molto: “gli italiani non possono vincere, ma contro di loro puoi perdere”. In questo ossimoro coniato da uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, c’è tutto il pregiudizio e lo stupore con cui gli italiani da sempre pagano pegno.
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Pare siano stati 40.000 i messaggi di supporto arrivati dall’Italia al team di “Luna Rossa”, messaggi di una nazione costituitasi non nel 1861 ma bensì qualche migliaio di anni prima: attraverso una lingua, attraverso l’arte, attraverso una fede. Ai nostri avversari sul campo di regata consiglierei di non prendere sottogamba Max Sirena e compagni, perché l’adagio di Johan Cruijff, “con gli italiani puoi perdere”, pende pericolosamente sulle loro teste. Si rassegni, il mondo, di fronte alla nostra imprevedibilità. L’Italia non sarà mai un’equazione matematica delle storia, piuttosto sarà sempre la sua fantasia, una delle poche cose per cui vale la pena vivere. Con questa, la fantasia, noi italiani abbiamo sempre saputo resistere a tutto e a trovare il nostro senso. Lasciando spazio al cuore e alla meraviglia.
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Scrittore, sceneggiatore e regista. Tifosissimo granata e già coautore con il compianto Anthony Weatherill della rubrica “Loquor” su Toro News che in suo onore e ricordo continua a curare. Annovera, tra le sue numerose opere e sceneggiature, quella del film “Ora e per sempre”, in memoria del Grande Torino.
Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.
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