Ma in questo momento in cui giustamente si esaltano le doti dell’allenatore piemontese, non bisogna dimenticare il grande lavoro fatto dalla famiglia Percassi in queste anni, da non confondersi con l’inizio di un nuovo “Termidoro” in stile “Rivoluzione Francese”, ma che può comunque risuonare come una speranza di un esempio da poter seguire per potersi opporre alle suggestioni in banconote degli Infantino e dei Ceferin. Ai Senatori presenti in sede di Audizione davanti ai presidenti di Calcio della Serie A, dovrebbe essere un bel monito questa affermazione europea dell’Atalanta, da opporre come valido argomento all’ingordigia malcelata dei De Laurentiis e dei Lotito, determinati nel far di tutto per convincere la politica a considerare il merito sportivo ormai un orpello desueto di un calcio novecentesco destinato a non tornare più, pressando sul porre l’attenzione sull’aspetto industriale del gioco più seguito in Italia. La cosa fa ridere di gusto (d’altronde basterebbe ascoltare tutto l’intervento del Presidente del Napoli, per capire l’assoluta selva di banalità, con punte di infantilismo inconscio, con cui sono capaci alcuni soggetti di infarcire i loro discorsi, pur di arrivare alla “ciccia” interessata. Siamo in mano a bottegai investiti di una responsabilità economico/sociale di cui non sono minimamente all’altezza e consci), specie da parte di un sistema calcio italiano capace di coprirsi di debiti di cui non si conosce la fine, con uno sport capace di generare denaro senza nessun particolare sforzo. Siamo alla presenza di club impegnati quotidianamente con la scandalosa pratica delle plusvalenze fittizie, approfittando biecamente di vuoti normativi imbarazzanti. Club continuamente prodighi a promettere da anni stadi nuovi di proprietà moderni e funzionali, e che regolarmente disattendono tale promessa. “Senatori date il potere alle sei società che portano avanti il campionato - ha detto ieri il presidente del Napoli - … queste con la maggioranza creerebbero quei presupposti di maggiore economicità della quale beneficerebbero anche le squadre minori, che però si devono fidare… tutto il resto è fuffa”.
LEGGI ANCHE: Come ogni 4 maggio: Grande Torino!
Di fronte a certe affermazioni ci sarebbe solo da ridere se non si stesse parlando di cose serie, perché affidare una gestione democratica di una istituzione come il calcio sulla base della fiducia conferita ai potenti, ai quali i meno potenti devono credere ad occhi chiusi e senza nessuna guarentigia, era una cosa proponibile solamente da un arcitaliano smarritosi tra il “Miles Gloriosus” di Plauto e l’Alberto Sordi di innumerevoli film. Una persona evidentemente cresciuta convinta della bontà del metodo elitario appreso tra le soffici stanze del circolo romano dell’ “Aniene”. Noi, i meno potenti, si attende ancora delle delucidazioni veramente convincenti sull’operazione di mercato che a suo tempo portò Victor Osimhen all’ombra del Vesuvio. Ma noi siamo quelli pronti ad entusiasmarci per la vittoria dell’Atalanta, quelli contenti di vedere i borghi tornare ad invadere le strade per ubriacarsi di felicità, siamo tra coloro non arrendevoli di fronte ad arabi e fondi speculativi venuti nella Vecchia Europa a pervertire un gioco inventato per la gente e non per ingrossare a dismisura la ricchezza di pochi. Ha ragione Gasperini, la gioia catturata in questo momento da Bergamo è la gioia di tutte quelle generazioni che hanno amato il calcio come momento di incontro familiare, amicale e di campanile. Un tempo era lo spirito autentico della nostra Italia. Forse non tornerà più, ma grazie alla finale di Dublino è stato bello riviverlo almeno per un attimo.
LEGGI ANCHE: Bruno Neri, il partigiano calciatore
Scrittore, sceneggiatore e regista. Tifosissimo granata e già coautore con il compianto Anthony Weatherill della rubrica “Loquor” su Toro News che in suo onore e ricordo continua a curare. Annovera, tra le sue numerose opere e sceneggiature, quella del film “Ora e per sempre”, in memoria del Grande Torino.
Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA



/www.toronews.net/assets/uploads/202304/e1b890e899df5c4e6c2c17d60673a359.jpg)
/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)