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I rossoneri di Liedholm, in maglia bianca, sembrano padroni del campo nella prima frazione e Bigon potrebbe sbloccare il risultato di testa da posizione ravvicinata, ma Terraneo è piazzato e para in due tempi. Ben più grossa l’opportunità che capita successivamente a Maldera il cui tiro a colpo sicuro viene respinto da un miracolo istintivo dell’ex dodicesimo che rimedia con l’aiuto di Danova anche sul tentativo di ribattuta di Tosetto, il “Keegan della Brianza”. Poco prima della mezzora Terraneo si fa trovare ancora pronto dicendo due volte di no a Bigon. Il Toro non riesce a capitalizzare in avanti quanto il portiere conserva in difesa e si va a riposo sullo 0-0. Al ritorno in campo i granata sono trasformati e conquistano angoli a ripetizioni dimenticando gli acciacchi e il momento difficile. Al 62’ lo scatenato Claudio Sala, vero trascinatore della ripresa, pennella col mancino da destra per Paolo Pulici che con un esaltante tuffo di testa manda il pallone alle spalle di Albertosi per poi esplodere nella sua classica esultanza a pugni alzati. Il Toro potrebbe raddoppiare se solo Menegali indicasse il dischetto quando Collovati aggancia Graziani da tergo un passo dentro l’area, ma l’arbitro non fischia neppure. Fischio e rigore concesso arrivano per il Milan al 74’ quando Rivera sfrutta un varco lasciato dalla difesa granata per mettere Bigon davanti a Terraneo. Il futuro tecnico del Napoli evita il portiere granata, fa due passi e cade. Dinamica non chiarissima, ma la giacchetta nera non si fa commuovere dalle proteste.
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Sul dischetto si presenta ovviamente Gianni Rivera, il Golden Boy del calcio italiano, un monumento contro una giovane speranza. Terraneo sembra tranquillo, come se fosse una cosa normale trovarsi davanti l’uomo che decise Italia-Germania 4-3 nonché il primo pallone d’oro italiano. E forse è normale se vuoi fare quel lavoro lì, ma tale concentrazione è ammirabile. Qualche saltello sul posto e tuffo sulla propria sinistra. La conclusione di Rivera non è forte, ma abbastanza angolata, però il tuffo di Terraneo è perfetto: pallone in calcio d’angolo. Sarà il primo di tanti rigori parati anche se in alcuni momenti, vedi due finali di Coppa Italia, troverà di fronte un Tancredi che ne neutralizzerà sempre uno in più. In quel momento è solo festa, abbracci dei compagni e un Natale felice visto che è l’ultima partita prima della sosta. Il Milan si spegne, Claudio Sala va vicinissimo al 2-0 e si può finalmente festeggiare. Quando Rivera è andato dal dischetto Terraneo ha provato a ricordare. Ha pensato ai rigori calciati in precedenza: i primi tutti sulla sinistra del portiere, l’ultimo a destra. Ha puntato sul ritorno alle origini ed è andata bene. Negli spogliatoi, mentre addenta un panino, spiega ai giornalisti come ha fatto, come si sente, il piccolo dispiacere per l’amico Tosetto mentre qualcuno prova già a dipingergli un personaggio attorno visto che Giuliano non è una persona banale: fan di Neil Young, interessato alla politica, amante della poesia e poeta lui stesso. Castellini rientrerà a fine gennaio per poi cedergli il posto ai primi di marzo, questa volta definitivamente. La lunga avventura in granata del portiere poeta è ufficialmente iniziata e parare un penalty a uno dei giocatori italiani più forti di tutti i tempi è qualcosa che non si può dimenticare.
Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (o meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l'eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e...Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata.
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