Non uniformarsi significava palesare un'opposizione che pochi avevano il coraggio di esternare e voleva dire consegnarsi volontariamente alle ripercussioni. L'angoscia, in quell'attimo, certamente lo attanagliava e traspare dalla tensione che gli irrigidisce il viso: il sacrificio non è incoscienza, ma consapevolezza delle proprie azioni e delle conseguenze. E' amore, come canta Vecchioni. E' spaventato, Bruno, eppure "la sua paura non basta" a spingerlo a scimmiottare il gesto che lo avrebbe messo al sicuro. E' infinitesimale eppure immenso lo spazio che separa l'alzare il braccio dal tenerlo attaccato al corpo. Neri morì nel 1944: fece la Resistenza nelle file partigiane e venne ucciso durante uno scontro a fuoco con i nazisti. Nato nel 1910, giocava ancora a football. Aveva una vita calcistica alle spalle, che si era intrecciata saldamente con la storia della nostra squadra: oltre ai veri e propri anni di militanza granata, disputò nel 1936-37 un'annata alla Lucchese di Egri Erbstein, il futuro allenatore del Grande Torino perito a Superga. Chissà se si sarebbe di nuovo legato al Toro, se fosse sopravvissuto alla guerra: è bello immaginarlo chiudere la carriera indossando i nostri colori al fianco di Valentino Mazzola.
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Non ebbe modo di vivere perché gli furono strappati i suoi giorni: oggi è il 25 Aprile, giornata dedicata al ricordo di lui e di tanti altri che, come lui, "non dissero basta" e riscattarono con l'estremo sacrificio la libertà e la dignità di tutti noi. Ognuno di loro è un monito per le nostre sicurezze di uomini del 2025, ognuno di loro è come le pietre d'inciampo che costellano i nostri marciapiedi per onorare le vittime dei lager. "Viva l'Italia che resiste", cantava De Gregori. Oggi possiamo unirci al coro senza sobrietà, anche nel ricordo del nostro amato Papa Francesco, che non si faceva dettare le regole da altri: quanto ci mancherà la sua voce libera in un mondo omologante e omologato. Dedico questo articolo alla memoria di mio cugino Paolo Sabbione, avvocato antifascista assassinato dai nazisti nel campo di concentramento di Ebensee, sottocampo di Mauthausen. Non chinò il capo e pagò con una morte orribile il non voler consegnare l'Italia alla barbarie. Non c'è ancora una pietra d'inciampo che lo ricordi a Torino.
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Autore di gialli, con "Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri" ha vinto l'edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l'antica passione per il Toro e l'amore per la letteratura e la canzone d'autore.
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