La rosa di Ivan

I periodi nefasti del torello hanno il pregio di consentire il moltiplicarsi dei tifosi granata: improvvisamente diventiamo milioni, d'altronde viviamo in un'epoca in cui essere anti qualcosa diventa quasi una ragione di vita superiore alla passione stessa. Diciamo che è l'occasione per contarci. Sul derby non c'è molto da aggiungere all'ignobile prestazione offerta dai nostri flosci eroi determinati a partecipare allo show dei records dei derby persi da Cairo, mi garba spendere qualche parola sulle ragioni di questo delicato momento annusato dall'estate o addirittura dalla conclusione della scorsa stagione. Una sola vittoria, quella contro il Genoa al 93', nelle ultime 11 gare interne disputate è un dato allarmante che va oltre il contingente. Dunque se sulla tastiera i nomi di Cairo, Juric e Vanja sono i più cliccati ed abbinati ad imprecazioni di vario genere io amplierei il novero dei citati parlando di tutti i calciatori della squadra. Quando le cose non vanno bene i calciatori possiedono una sorta di immunità quasi in campo scendessero altri, e quando scrivo campo intendo anche quello di allenamento... Ai baldi giovanotti ben retribuiti con la nostra casacca indosso cosa sta accadendo? Ilic, Vlasic, Lazaro cosa ci raccontate? Questo interrogativo me lo ha suggerito anche l'anomalo incontro dopo la gara contro il Cagliari del presidente con Rodriguez il cui reale motivo non si conosce.

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È stato l'allenatore stesso ad inizio stagione a lasciar trapelare qualche perplessità sul gruppo. Noi tifosi, allo stadio, possiamo solo intuire, avere delle sensazioni e la memoria per ricordarci il tracollo del Toro di Mazzarri. Andando più nei dettagli, sul portiere, poche parole, la responsabilità è evidentemente di chi lo schiera scrivendo ciò riferendomi alla società più che al tecnico (quando aveva Berisha come secondo ne aveva approfittato). La conferma, il rinnovo del contratto, il mancato acquisto di un dodicesimo interscambiabile rappresentano il più grande mistero del calcio. Temo addirittura che il cambio di preparatore abbia portato Vanja ad "uscire" con maggiore

frequenza rispetto al passato con le esiziali conseguenze di sabato. Capitolo allenatore. Non condivido prese di posizioni umorali e cerco di valutare i fatti ed i risultati. Per due stagioni qualità della squadra e risultati sono stati in linea con le aspettative e soprattutto in campo scendeva una squadra che con i suoi pregi e difetti era definibile come tale. Ora non è più così. Da parte del mister c'è confusione nella gestione degli uomini, non c'è compattezza, i limiti di gioco sono amplificati,  non tiriamo in porta, non arriviamo sul fondo con gli esterni per crossare rasoterra verso il limite dell'area, non ci sono inserimenti in area da parte dei centrocampisti, siamo lentissimi. La gestione di Sanabria è l'esemplificazione del momento. Autore di un buon numero di gol la scorsa stagione, in un batter d'occhi è finito ai margini sostituito da Zapata appena acquistato.

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Ora, un po' di buon senso avrebbe suggerito una maggiore alternanza tra i due anche solo per ragioni di spogliatoio,

invece così non è stato e Tonny non pare propriamente entusiasta. Il mister nelle dichiarazioni pre e post derby mi è sembrato psicologicamente provato quasi depresso. Lo Juric ruvido e rozzo del passato è un ricordo, ora siamo ai singulti ed all'autoflagellazione. Chi ha visto tante partite coglie con celerità gli scricchiolii tra tecnico ed i calciatori pieni di alibi, loro. Non conosco soluzioni a questa situazione ingarbugliata, certo è che dopo aver "respirato" un paio di campionati siamo di nuovo alle solite.

Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.

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