In ogni caso il derby è andato, sono bastate due palombelle di Cuadrado per sorprendere difesa e portiere (uno come lui certe traiettorie le deve saper leggere con anticipo) e rendere vano il nostro vantaggio. Un primo tempo tatticamente accorto, con un paio di buone ripartenze, una ripresa in costante riserva di energia pur senza correre particolari rischi. Abbiamo incontrato la Juve più modesta da tanti anni a questa parte, ma la nostra intrinseca fragilità non ha retto neppure in questa occasione. Anche conducendo una gara di contenimento abbiamo subito due reti.
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Sei punti in dieci gare è veramente poca roba, soprattutto pensando al fatto che il Toro è tra le prime dieci della serie A come monte ingaggi. Qualcosa, anzi più di qualcosa, non torna. Le salvezze ai tempi di Muzzi e Stellone, Di Loreto e Franceschini, ci portano alla memoria squadre di livello tecnico molto più modesto della squadra attuale, eppure è da un anno, e con tre allenatori differenti, che siamo in media B.
C'è chi si fa selfie felice con la maglia di Dybala, chi sancisce "fratture" sui muri del Fila, mentre chi è al "vertice" oggi ci ha indicato la strada per nuovi trionfi...
Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.
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