Torna RisorgimenToro, la rubrica di Massimiliano Romiti
Chi mi conosce sa che, per temperamento, non amo le marce di protesta. Men che meno se trascendono in un mero sfogo di frustrazione e ostilità. Il conflitto non mi ha mai attratto se non per risolverlo con la ragionevolezza, pur talvolta ben comprendendone le ragioni e non disdegnando affatto la lotta per qualcosa di buono e giusto, anche in prima persona, anzi. Ma comunque parlare di "inno alla speranza", come ho letto nel comunicato degli organizzatori di questa nuova marcia del 4 maggio, e' qualcosa che mi piace. Quale speranza? La speranza di un Toro migliore. Quanto mi ricorda questo la celebre frase di Emiliano Mondonico, che ha attribuito al Toro qualcosa di bellissimo, di persin troppo bello e grande, di essere addirittura "la speranza di un mondo migliore". Comunque la speranza e' di certo, insieme alla memoria del Grande Torino, il vero punto di unita' del popolo granata. Perche' tutti, tutti noi tifosi in questo momento storico, speriamo in un Toro migliore che torni a far palpitare il cuore. Questo pensiero, insieme a quello per il Grande Torino, e' un punto di unita' ben più importante della contestazione al presidente Cairo. Che pur c'e' ed e' ben comprensibile che ci sia. Chi in un modo, chi in un altro, tutti i tifosi granata sperano il meglio per il Toro e lo fanno, di certo, in buona fede, a prescindere dal modo. E va bene cosi'. Per questo li sento tutti, dovunque e comunque, vicini a me. Per questo, in conclusione, andrò anch'io a camminare con gli altri fratelli granata. Pur magari non condividendo tutti i pensieri degli amici che saranno accanto a me. Ma lo ribadisco. Va bene cosi'. Siamo amici lo stesso, perchè tutti parte di una comune passione, della famiglia granata. Ci vado io, liberamente, come dev'essere. ToroMio come sempre lascia ai suoi soci libertà di decidere, com'e' giusto che sia (la libertà e' un sommo bene), ed io, in coscienza, andrò alla marcia il 4 maggio.
Perchè poi in fondo conta che ci sia io, non il mio Club, non la mia associazione, perchè esse sono fatte di tanti come me, ma, senza di me, senza le persone vere, i Club e le associazioni sono solo vuote sigle senz'anima. D'altro canto mi piace davvero anche uno degli slogan di questa marcia: "La forza e' nei numeri, piu' siamo, piu' contiamo!". Vero, verissimo slogan. Ma solo per una marcia forse e' sprecato. Un nuovo Toro avra' bisogno necessariamente di qualcosa di numeroso ma anche di stabile. Di una unita' non fugace ma persistente. Che non si limiti alle poche ore di una marcia. Chi mi conosce sa che io e gli altri amici dell'associazione ToroMio abbiamo intrapreso da anni una grande battaglia che non e' "contro" qualcuno ma soprattutto "per" noi tifosi. Una battaglia per costruire qualcosa di nuovo e piu' grande. In primo luogo per i tifosi del Toro ma poi di tutta Italia. Qualcosa che li possa veramente far contare qualcosa, in questo calcio-business sempre piu' arido. E' infatti finalmente almeno verosimile che tra poco ci sia, in tutte le citta', la possibilita' di creare un "ente di partecipazione popolare", istituzionalmente riconosciuto, un ente che nasca per essere parte attiva del proprio Club, nel nostro caso del Torino Football Club, in rappresentanza dei suoi tifosi. La proposta di legge ToroMio-Noif (informati cliccando sul link qui sotto), promossa dall'impegno dell'Onorevole Riccardo Molinari della Lega ma firmata anche dal deputato granata Mauro Berruto del PD, ha mirabilmente riunito partiti rivali e si e' fatta strada alla Camera. Dopo un voto positivo sostanzialmente unanime ora la proposta ha cominciato il suo iter al Senato. Essa stessa richiede pero', com'e' giusto che sia, migliaia di soci per dare una rappresentanza istituzionale e riconosciuta al popolo granata. La domanda allora e' questa. I tifosi del Toro saranno disponibili a partecipare in tantissimi a questa cosa nuova?